01/03/2002
Rosybyndy all'esordio discografico
E' in uscita “Eskoryazioni karmyke”, album d'esordio di Rosybyndy, nome alquanto originale dietro al quale c'è Luigi Piergiovanni, responsabile dell'etichetta Interbeat. Gli abbiamo chiesto il perché del nome: “I miei brani sono tragicomici, e cosa c'è di più tragico di essere ancora vergine alla sua età e così comico e grottesco della “mossa” alla Ninì Tirabusciò che ha fatto in parlamento?”.
Piergiovanni, dopo aver cantato con gli Ars Nova nella seconda metà degli anni Settanta e dopo lavorato come produttore, autore, discografico ed editore ha deciso ora di uscire sul mercato discografico in prima persona con un album in cui l'elettronica si mescola ad una impostazione di fondo cantautorale. “I testi – ci dice - sono di Marco Bedini, mente dei disciolti Gronge, che me li aveva dati parecchio tempo fa. A me facevano impazzire e cosi' li ho adattati alle mie musiche. Ho suonato e programmato tutto io, anche se nella fase finale mi sono avvalso della consulenza tecnologica di Roberto De Luca”.
Il musicista-discografico ha definito questo lavoro come “la canzone d'autore del futuro”. “Questo perché io mi reputo comunque un cantautore e perché chiunque abbia ascoltato il disco ed io stesso mentre ci lavoravo, abbiamo avuto la sensazione di trovarci proiettati in un futuro più o meno prossimo, non cupo e tetro alla “Blade Runner” ma comunque dominato dalla tecnologia domestica, da gite di massa globalizzate, da droghe su misura e da una chirurgia plastica esasperata”.
Piergiovanni, dopo aver cantato con gli Ars Nova nella seconda metà degli anni Settanta e dopo lavorato come produttore, autore, discografico ed editore ha deciso ora di uscire sul mercato discografico in prima persona con un album in cui l'elettronica si mescola ad una impostazione di fondo cantautorale. “I testi – ci dice - sono di Marco Bedini, mente dei disciolti Gronge, che me li aveva dati parecchio tempo fa. A me facevano impazzire e cosi' li ho adattati alle mie musiche. Ho suonato e programmato tutto io, anche se nella fase finale mi sono avvalso della consulenza tecnologica di Roberto De Luca”.
Il musicista-discografico ha definito questo lavoro come “la canzone d'autore del futuro”. “Questo perché io mi reputo comunque un cantautore e perché chiunque abbia ascoltato il disco ed io stesso mentre ci lavoravo, abbiamo avuto la sensazione di trovarci proiettati in un futuro più o meno prossimo, non cupo e tetro alla “Blade Runner” ma comunque dominato dalla tecnologia domestica, da gite di massa globalizzate, da droghe su misura e da una chirurgia plastica esasperata”.
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