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Germania, rapper iraniano vive in clandestinità dopo una fatwa

Shahin Najafi, un rapper iraniano attualmente residente in Germania, è stato costretto alla clandestinità dopo una scomunica emessa dalle autorità religiose del suo paese. A causare l'ira del clero di Teheran è stato un suo brano, intitolato "Naqi" e pubblicato lo scorso 7 maggio, dove Najafi fa riferimento, in termini ironici, a Ali an-Naqi, religioso venerato dagli sciiti, e al regime iraniano: dopo l'emissione di una prima pronuncia, che accusava il rapper di blasfemia intimandogli di tornare in Iran per sottoporsi al giudizio di un tribunale religioso, una seconda e molto più pesante fatwa ha posto (pur senza mai fare menzione del suo nome) una taglia di 100.000 dollari sulla sua testa.

Dal canto suo Najafi, di stanza in Germania dal 2005, cioé da quando i servizi segreti di Teheran iniziarono a minacciarlo in seguito ad esibizioni non autorizzate tenute in patria, si è difeso negando che "Naqi" sia in qualche modo offensiva nei confronti dell'Islam, affermando come quello religioso sia solo un pretesto per censurare il suo messaggio anti-governativo: "Sono stato scomunicato", ha dichiarato lui all'Indipendent, "Ho solo 31 anni e tutta la vita davanti a me. Ognuno deve pagare un prezzo per ciò che loro vogliono. Io non chiederò mai scusa per la mia arte, o per avere detto la verità sul regime iraniano".

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