Articoli - 26/10/2001
Tenco 2001, prima serata: bene Lemper e Capossela, male (quasi tutti) gli altri

Credits: Michele Piazza
Si è tenuta giovedì sera, 25 ottobre, la prima delle tre serate dell'annuale rassegna del Club Tenco (vedi News). Nella consueta cornice del Teatro Ariston, affollato ma non troppo, ad aprire lo spettacolo con la rituale esecuzione di “Lontano lontano” di Luigi Tenco è stata quest'anno Teresa De Sio: e la sua interpretazione non è stata memorabile.
Presentato come sempre da Antonio Silva è poi salito sul palco Pacifico, Targa Tenco per la migliore opera prima. La sua performance è stata decisamente penalizzata dall'emozione e dalla scelta azzardata di una formula voce-chitarra elettrica-pianoforte. E' toccato proprio a Pacifico anche dare il via alla lunga serie di omaggi a Sergio Endrigo che caratterizzano la rassegna di quest'anno: lo ha fatto proponendo “Periferia” in una versione scarna impreziosita da un assolo di flicorno di Marco Brioschi.
Sono poi arrivati in scena i La Crus, che hanno ritirato la Targa Tenco per la sezione interpreti. Il loro set ci è parso assai rappresentativo di una tendenza (purtroppo) molto diffusa fra le giovani band italiane: molto atteggiamento, irritante ricerca della teatralità - segnatamente da parte del frontman -, eccessiva autoconsapevolezza. E risultati modesti, soprattutto quando il gruppo ha straziato “La tua assenza” di Endrigo.
Ha chiuso la prima parte della serata il recital di Ute Lemper, che ha così “recuperato” il forfait dell'anno scorso ritirando la Targa Tenco che le era stata conferita nel 2000. La sua è una vocalità impeccabile tecnicamente, al servizio di una presenza scenica controllatissima: che ha suscitato enorme ammirazione, forse stemperata da un sospetto di freddezza.
L'apertura della seconda parte è stata assegnata a Il Parto delle Nuvole Pesanti, che ha proseguito il tributo a Endrigo riprendendo due brani del repertorio del cantautore di Pola. Abbiamo trovato francamente indecorosa la pantomima inscenata per “L'Orlando”: la canzone, che originariamente possedeva un carattere di obliqua riflessione sulla follia d'amore, è stata trasformata in una messinscena da oratorio per la quale i componenti del gruppo si sono persino travestiti da mori e crociati. Al di là del parere sull'opportunità della scelta, con i tempi che corrono (e il nostro è assolutamente negativo), i risultati sono stati imbarazzanti. Così come ci è parso intollerabile che, per “La ballata dell'ex”, il gruppo non abbia trovato il tempo per imparare a memoria il testo del brano, riducendosi a leggiucchiarlo da un foglio. E alla presenza dell'autore, seduto in platea, questo ci è parso un segno di scarsissimo rispetto.
Il tributo a Endrigo è proseguto con due canzoni interpretate da Bruno Lauzi. L'età e le condizioni di salute non hanno impedito a Lauzi di regalare alla platea un momento di sincera emozione con “La rosa bianca” e la classica “Via Broletto”, che nel progetto del Tenco 2001 sarebbe dovuta essere proposta da Giorgio Gaber (Targa Tenco per la miglior canzone dell'anno con “La razza in estinzione”). Gaber ha dato forfait per ragioni di salute, e se n'è scusato con una lettera che suona di sincero rammarico; poco più che formale, invece, il telegramma con il quale Francesco De Gregori ha confermato la sua assenza da Sanremo, dove avrebbe dovuto ritirare la Targa per il miglior album dell'anno (telegramma la cui lettura ha suscitato condivisibilissimi dissensi da parte del pubblico in sala).
Per Lauzi, questa partecipazione è anche il segno di una “riconciliazione” con il Club Tenco: i rapporti fra il Club e il cantautore non sono mai stati particolarmente affettuosi, e con questa presenza entrambi si ripromettono di sanare l'esistente ruggine.
La serata, che ha visto anche la consegna a Meri Lao del Premio Tenco come operatore culturale ed è stata punteggiata dagli interventi del “tappabuchi” Flavio Oreglio (spesso più sboccato che divertente), ha avuto il suo momento più poetico nel recital di Vinicio Capossela, stralunato e surreale, spruzzato d'assurdo dalla presenza di Pascal Comelade e del suo strumento-giocattolo. Capossela, premiato con la Targa per il miglior album dell'anno (“Canzoni a manovella”), ha omaggiato Endrigo con una sospesa e rarefatta “Bolle di sapone” che ha regalato, insieme a “La rosa bianca” di Lauzi, i momenti più emozionanti del giovedì sera. Che si è chiuso con la musica zingaresca degli Acquaragia Drom, il cui tributo a Endrigo è consistito in una efficace versione di “La guerra”.
In cartellone questa sera: Sergio Cammariere, Cristiano De André, Enzo Jannacci, Marisa Sannia, Roberto Vecchioni e Laurie Anderson.
(fz)
Presentato come sempre da Antonio Silva è poi salito sul palco Pacifico, Targa Tenco per la migliore opera prima. La sua performance è stata decisamente penalizzata dall'emozione e dalla scelta azzardata di una formula voce-chitarra elettrica-pianoforte. E' toccato proprio a Pacifico anche dare il via alla lunga serie di omaggi a Sergio Endrigo che caratterizzano la rassegna di quest'anno: lo ha fatto proponendo “Periferia” in una versione scarna impreziosita da un assolo di flicorno di Marco Brioschi.
Sono poi arrivati in scena i La Crus, che hanno ritirato la Targa Tenco per la sezione interpreti. Il loro set ci è parso assai rappresentativo di una tendenza (purtroppo) molto diffusa fra le giovani band italiane: molto atteggiamento, irritante ricerca della teatralità - segnatamente da parte del frontman -, eccessiva autoconsapevolezza. E risultati modesti, soprattutto quando il gruppo ha straziato “La tua assenza” di Endrigo.
Ha chiuso la prima parte della serata il recital di Ute Lemper, che ha così “recuperato” il forfait dell'anno scorso ritirando la Targa Tenco che le era stata conferita nel 2000. La sua è una vocalità impeccabile tecnicamente, al servizio di una presenza scenica controllatissima: che ha suscitato enorme ammirazione, forse stemperata da un sospetto di freddezza.
L'apertura della seconda parte è stata assegnata a Il Parto delle Nuvole Pesanti, che ha proseguito il tributo a Endrigo riprendendo due brani del repertorio del cantautore di Pola. Abbiamo trovato francamente indecorosa la pantomima inscenata per “L'Orlando”: la canzone, che originariamente possedeva un carattere di obliqua riflessione sulla follia d'amore, è stata trasformata in una messinscena da oratorio per la quale i componenti del gruppo si sono persino travestiti da mori e crociati. Al di là del parere sull'opportunità della scelta, con i tempi che corrono (e il nostro è assolutamente negativo), i risultati sono stati imbarazzanti. Così come ci è parso intollerabile che, per “La ballata dell'ex”, il gruppo non abbia trovato il tempo per imparare a memoria il testo del brano, riducendosi a leggiucchiarlo da un foglio. E alla presenza dell'autore, seduto in platea, questo ci è parso un segno di scarsissimo rispetto.
Il tributo a Endrigo è proseguto con due canzoni interpretate da Bruno Lauzi. L'età e le condizioni di salute non hanno impedito a Lauzi di regalare alla platea un momento di sincera emozione con “La rosa bianca” e la classica “Via Broletto”, che nel progetto del Tenco 2001 sarebbe dovuta essere proposta da Giorgio Gaber (Targa Tenco per la miglior canzone dell'anno con “La razza in estinzione”). Gaber ha dato forfait per ragioni di salute, e se n'è scusato con una lettera che suona di sincero rammarico; poco più che formale, invece, il telegramma con il quale Francesco De Gregori ha confermato la sua assenza da Sanremo, dove avrebbe dovuto ritirare la Targa per il miglior album dell'anno (telegramma la cui lettura ha suscitato condivisibilissimi dissensi da parte del pubblico in sala).
Per Lauzi, questa partecipazione è anche il segno di una “riconciliazione” con il Club Tenco: i rapporti fra il Club e il cantautore non sono mai stati particolarmente affettuosi, e con questa presenza entrambi si ripromettono di sanare l'esistente ruggine.
La serata, che ha visto anche la consegna a Meri Lao del Premio Tenco come operatore culturale ed è stata punteggiata dagli interventi del “tappabuchi” Flavio Oreglio (spesso più sboccato che divertente), ha avuto il suo momento più poetico nel recital di Vinicio Capossela, stralunato e surreale, spruzzato d'assurdo dalla presenza di Pascal Comelade e del suo strumento-giocattolo. Capossela, premiato con la Targa per il miglior album dell'anno (“Canzoni a manovella”), ha omaggiato Endrigo con una sospesa e rarefatta “Bolle di sapone” che ha regalato, insieme a “La rosa bianca” di Lauzi, i momenti più emozionanti del giovedì sera. Che si è chiuso con la musica zingaresca degli Acquaragia Drom, il cui tributo a Endrigo è consistito in una efficace versione di “La guerra”.
In cartellone questa sera: Sergio Cammariere, Cristiano De André, Enzo Jannacci, Marisa Sannia, Roberto Vecchioni e Laurie Anderson.
(fz)
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