
E chi si aspettava li metal per archi? Il Jammin’ Festival prosegue alle 15 e 30 circa con i Finlandesi Apocalyptica, autori di una quantomeno originale proposta. Già autori di tre dischi, e relativamente conosciuti in ambito metal, i quattro musicisti si presentano sul palco rispettando la classica iconografia di genere: vestiti neri, borchie e capelli lunghi pronti all’headbanging. Solo che al posto delle chitarre suonano viole e violoncelli. Fattisi conoscere per avere esordito con un disco di cover dei Metallica, gli Apocalyptica rivisitano classici di James Hetfield e soci come “Nothing else matters” e “Enter sandman” con una furia che nessun classico quartetto d’archi avrà mai.
Mentre le nuovole coprono il sole che aveva riscaldato l’inizio della giornata musicale, il festival raggiunge uno dei suoi picchi: a ridosso delle 17 salgono sul palco i Queens of the stone age. La loro musica (e quella dei Kyuss, gruppo in cui militava il cantante/chitarrista Josh Homme) viene definita “stoner rock”. Più semplicemente, rimanda a quello che una volta si chiamava “giunge”: rock sporco, duro e acido, come quello dei primi Nirvana e dei gruppi di Seattle. Guidati dal suono del basso di Nick Oliveri, i Queens esibiscono tutta la loro potenza, eseguendo diversi brani dell’ultimo “Rated R” –osannatissimo dalla critica-, tra cui “The feelgood hit of the summer” e “The lost art of keeping a secret”. Il pubblico, ora un pò più folto, apprezza decisamente.
Poco dopo, verso le 18, una sorpresa: gli Incubus. Accreditati come uno dei gruppi emergenti d’America (il loro ultimo album, “Make yourself” è uscito diverso tempo fa, ma solo ultimamente ha riscosso attenzione e successo) vengono accolti dal pubblico con boato. Certo, piccolo, rispetto a quelli di ieri. Ma queste sono le proporzioni tra le due giornate.
Il gruppo, comunque, mostra un buon piglio sul palco, mischiando rock ritmiche funky alla Red Hot Chili Peppers e percussioni. Divertente la cover di “Like a virgin” di Madonna. Ne risentiremo parlare molto presto: hanno appena terminato di registrare un nuovo album (vedi news).
Se vuoi sapere tutto dei festival estivi, vai allo speciale di Rockol, all'indirizzo :
http://www.rockol.it/festival .
Mentre le nuovole coprono il sole che aveva riscaldato l’inizio della giornata musicale, il festival raggiunge uno dei suoi picchi: a ridosso delle 17 salgono sul palco i Queens of the stone age. La loro musica (e quella dei Kyuss, gruppo in cui militava il cantante/chitarrista Josh Homme) viene definita “stoner rock”. Più semplicemente, rimanda a quello che una volta si chiamava “giunge”: rock sporco, duro e acido, come quello dei primi Nirvana e dei gruppi di Seattle. Guidati dal suono del basso di Nick Oliveri, i Queens esibiscono tutta la loro potenza, eseguendo diversi brani dell’ultimo “Rated R” –osannatissimo dalla critica-, tra cui “The feelgood hit of the summer” e “The lost art of keeping a secret”. Il pubblico, ora un pò più folto, apprezza decisamente.
Poco dopo, verso le 18, una sorpresa: gli Incubus. Accreditati come uno dei gruppi emergenti d’America (il loro ultimo album, “Make yourself” è uscito diverso tempo fa, ma solo ultimamente ha riscosso attenzione e successo) vengono accolti dal pubblico con boato. Certo, piccolo, rispetto a quelli di ieri. Ma queste sono le proporzioni tra le due giornate.
Il gruppo, comunque, mostra un buon piglio sul palco, mischiando rock ritmiche funky alla Red Hot Chili Peppers e percussioni. Divertente la cover di “Like a virgin” di Madonna. Ne risentiremo parlare molto presto: hanno appena terminato di registrare un nuovo album (vedi news).
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