31/05/2001
Raf, l'istinto in musica

"Quello che arriva alla gente è per me sempre sorprendente: faccio i dischi in modo istintivo, poco pensati, lasciando libero sfogo al mio istinto”. Ecco l'"Iperbole" di Raf, il nuovo disco del anticipato dal singolo "Infinito", già un tormentone radiofonico.
“Mi metto in contrasto con i gusti di chi si aspetta da un disco pop una certa linearità", ha raccontato Raf a Rockol. " ‘Iperbole’ è una somma di tutto quello che ho fatto in questi anni, è una sintesi di tutto il mio passato; quindi a differenza di quanto era successo con ‘La prova’, in cui la mia volontà di suonare la chitarra e di usare strumenti vintage era il mio obbiettivo principale, questa volta lo stacco è meno forte.” Eppure, non mancando brani pop, Raf si avvicina sempre più al rock e non solo: “Forse mi sto allontanando sempre più dal pop anche se mi piace scrivere apparentemente facili canzoni d’amore. Certo in ‘Assolti’ ho sperimentato una sorta di rap, anche se questo non è il termine più esatto per definire la tecnica che ho usato. L’ho inventata per cercare di dire più cose. Stare stretti in una metrica definita è più difficile, specialmente quando si devono trattare argomenti importanti. Il rap è parlato, qui invece c’è una linea melodica anche se su una nota di base con piccole variazioni”.
Nella sua carriera Raf ha spesso collaborato con altri artisti e anche questa volta non si sottrae a sperimentare e vivere il confronto, in questo caso con Max Gazzé: “Io e Max siamo molto diversi, ma in realtà abbiamo un passato molto simile: lui era come me il bassista di una band new wave, poi abbiamo scoperto di avere due figli con gli stessi nomi... lui è molto divertente e anch’io, anche se sembra strano, lo sono. Un giorno eravamo in studio e ci siamo messi a suonare io la chitarra lui il basso. Così è nata ‘Troppo sensibile ’”.
E sensibile Raffaele lo è sicuramente in particolare dopo la nascita, sette mesi fa, del secondogenito: “La nascita di un figlio ti fa riflettere. Per me che vivo ormai in esilio domestico, la fonte d’ispirazione si riduce al mio nucleo familiare e se devo parlare d’altro devo spaziare con la fantasia. Avere dei bambini mi ha reso sempre più apprensivo per un futuro incerto, come ho spiegato in ‘Iperbole’”
“Mi metto in contrasto con i gusti di chi si aspetta da un disco pop una certa linearità", ha raccontato Raf a Rockol. " ‘Iperbole’ è una somma di tutto quello che ho fatto in questi anni, è una sintesi di tutto il mio passato; quindi a differenza di quanto era successo con ‘La prova’, in cui la mia volontà di suonare la chitarra e di usare strumenti vintage era il mio obbiettivo principale, questa volta lo stacco è meno forte.” Eppure, non mancando brani pop, Raf si avvicina sempre più al rock e non solo: “Forse mi sto allontanando sempre più dal pop anche se mi piace scrivere apparentemente facili canzoni d’amore. Certo in ‘Assolti’ ho sperimentato una sorta di rap, anche se questo non è il termine più esatto per definire la tecnica che ho usato. L’ho inventata per cercare di dire più cose. Stare stretti in una metrica definita è più difficile, specialmente quando si devono trattare argomenti importanti. Il rap è parlato, qui invece c’è una linea melodica anche se su una nota di base con piccole variazioni”.
Nella sua carriera Raf ha spesso collaborato con altri artisti e anche questa volta non si sottrae a sperimentare e vivere il confronto, in questo caso con Max Gazzé: “Io e Max siamo molto diversi, ma in realtà abbiamo un passato molto simile: lui era come me il bassista di una band new wave, poi abbiamo scoperto di avere due figli con gli stessi nomi... lui è molto divertente e anch’io, anche se sembra strano, lo sono. Un giorno eravamo in studio e ci siamo messi a suonare io la chitarra lui il basso. Così è nata ‘Troppo sensibile ’”.
E sensibile Raffaele lo è sicuramente in particolare dopo la nascita, sette mesi fa, del secondogenito: “La nascita di un figlio ti fa riflettere. Per me che vivo ormai in esilio domestico, la fonte d’ispirazione si riduce al mio nucleo familiare e se devo parlare d’altro devo spaziare con la fantasia. Avere dei bambini mi ha reso sempre più apprensivo per un futuro incerto, come ho spiegato in ‘Iperbole’”
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