
Va verso le ultime battute il processo per la morte di Michael Jackson. L'ultima testimonianza potrebbe esere stata quella dello specialista Dr.Robert Waldman, presentato dalla difesa del solo imputato, il medico Conrad Murray che rischia fino a quattro anni di detenzione qualora ritenuto colpevole. Waldman ha affermato di non poter ritenere che il Re del Pop fosse dipendente dal Propofol, il potente anestetico che potrebbe aver causato la morte del cantante; il medico anzi crede che l'artista fosse dipendente dal Demerol, un antidolorifico. Il Demerol, ha detto Waldman, causa ansietà ed insonnia; il Propofol "cura" l'insonnia. Jackson dunque si sarebbe autosomministrato dosi di Demerol: ma Murray, che era il suo medico, non lo sapeva? No, dice la difesa, in quanto l'artista andava a "fare la spesa" di medicinali da un dermatologo di Beverly Hills. Si tratta del Dr. Arnold Klein, del quale si parlò molto dopo il 25 giugno 2009 e sembrava quasi uscito di scena anche se molti hanno sempre ritenuto estremamente sospetta la sua condotta.
Secondo documenti presentati presso la Superior Court di Los Angeles, nel maggio 2009 Jackson aveva ricevuto 900 milligrammi di Demerol in tre giorni. Tutti da parte di Klein. Controinterrogato dall'accusa, Waldman ha affermato di non poter provare che Jackson fosse effettivamente dipendente da Demerol. Il medico ha anche ammesso di non poter ufficialmente essere definito quale esperto in dipendenze. Il Dr. Paul White, esperto in Propofol e che potrebbe essere l'ultimissimo testimone prima del verdetto, ha affermato che in ogni caso Murray si comportò in maniera pericolosa mescolando sedativi col Propofol. Stringatamente, la difesa starebbe cercando di addossare la colpa allo stesso Jackson e al compiacente Klein.