
Tarnisha Smith, testimone nel processo contro Puff Daddy, la sua guardia del corpo e il rapper Shyne, ha dichiarato di aver visto un oggetto scuro addosso a Puffy, ma di non poter dire se si trattasse di una pistola. Questo potrà dare qualche interpretazione maliziosa, ma di sicuro la Smith è stata la terza testimone ad affermare che è stato Shyne a sparare la sera del 27 dicembre ’99 al “Club New York” (vedi news).
Anche Robert Thompson, una delle tre vittime della sparatoria, ha identificato Jamal “Shyne” Barrow come l’uomo che ha aperto il fuoco quella sera e che lo ha colpito al braccio destro. Rashane Delvalle, altro testimone al processo, ha aggiunto nuovi particolari alla vicenda, riportando le esatte parole usate dall’aggressore di Puff Daddy (l’episodio che ha in pratica scatenato la sparatoria): “tu non sei l’unico che ha i soldi qua dentro!”. Delvalle ha inoltre identificato la pistola usata quella sera (che ha ferito tre persone) come appartenente a Shyne e ha aggiunto che non ha visto un’arma addosso a Puffy. Un altro testimone, Hassan Mahamah (security del locale), ha dichiarato che Puff Daddy, mano nella mano con Jennifer Lopez, si stava dirigendo verso l’uscita del locale qualche momento prima che Shyne estraesse la sua pistola per sparare e che Anthony “Wolf” Jones (guardia del corpo di Puff Daddy) avrebbe cercato di fermare Shyne afferrandogli un braccio, il che spiegherebbe il cambio di traiettoria delle pallottole sparate. Questo però ha fatto emergere la contraddizione rispetto a quanto raccontato da Jones, il quale aveva dichiarato di non aver visto chi aveva sparato. Gavin Marchand (fratello della rapper Foxy Brown), ha rivelato che si fa chiamare “Scar” il personaggio ancora senza volto che quella sera ha acceso la discussione nel locale, ma che Puffy non era in nessun caso nelle sue vicinanze. “Puff Daddy non era armato” ha dichiarato Marchand, “nelle sue mani aveva, da una parte una bottiglia di champagne e dall’altra la mano di Jennifer Lopez”. L’avvocato Bogdanos gli ha poi rimembrato la sua testimonianza di quella sera nella quale dichiarava di aver visto litigare Puffy con Scar, ma Marchand ha detto che aveva bevuto un po’, quindi quello che aveva dichiarato alla polizia era un po’ annebbiato. Russell Simmons era presente al processo, ma solo per portare tutto il suo supporto al Puff Daddy.
Anche Robert Thompson, una delle tre vittime della sparatoria, ha identificato Jamal “Shyne” Barrow come l’uomo che ha aperto il fuoco quella sera e che lo ha colpito al braccio destro. Rashane Delvalle, altro testimone al processo, ha aggiunto nuovi particolari alla vicenda, riportando le esatte parole usate dall’aggressore di Puff Daddy (l’episodio che ha in pratica scatenato la sparatoria): “tu non sei l’unico che ha i soldi qua dentro!”. Delvalle ha inoltre identificato la pistola usata quella sera (che ha ferito tre persone) come appartenente a Shyne e ha aggiunto che non ha visto un’arma addosso a Puffy. Un altro testimone, Hassan Mahamah (security del locale), ha dichiarato che Puff Daddy, mano nella mano con Jennifer Lopez, si stava dirigendo verso l’uscita del locale qualche momento prima che Shyne estraesse la sua pistola per sparare e che Anthony “Wolf” Jones (guardia del corpo di Puff Daddy) avrebbe cercato di fermare Shyne afferrandogli un braccio, il che spiegherebbe il cambio di traiettoria delle pallottole sparate. Questo però ha fatto emergere la contraddizione rispetto a quanto raccontato da Jones, il quale aveva dichiarato di non aver visto chi aveva sparato. Gavin Marchand (fratello della rapper Foxy Brown), ha rivelato che si fa chiamare “Scar” il personaggio ancora senza volto che quella sera ha acceso la discussione nel locale, ma che Puffy non era in nessun caso nelle sue vicinanze. “Puff Daddy non era armato” ha dichiarato Marchand, “nelle sue mani aveva, da una parte una bottiglia di champagne e dall’altra la mano di Jennifer Lopez”. L’avvocato Bogdanos gli ha poi rimembrato la sua testimonianza di quella sera nella quale dichiarava di aver visto litigare Puffy con Scar, ma Marchand ha detto che aveva bevuto un po’, quindi quello che aveva dichiarato alla polizia era un po’ annebbiato. Russell Simmons era presente al processo, ma solo per portare tutto il suo supporto al Puff Daddy.
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