Rockbitch: sesso, sesso, sesso, musica… e sesso
Le Rockbitch sono una manna per tutti gli erotomani del rock: formatesi in una comune (situata in Francia) dove il sesso libero è teorizzato, incoraggiato e - ci mancherebbe - praticato anche in gruppo, propongono un hard-rock non molto fantasioso su disco ma molto suggestivo sul palco, visto che le officianti della band non disdegnano pubbliche rappresentazioni dei temi delle canzoni.
Tuttavia il gruppo, che tra breve pubblicherà "Motor driven bimbo", il suo secondo album, non sembra solo il frutto dell'ennesimo, furbo accoppiamento - ehm, volevamo dire accoppiata - tra showbusiness e ostentazione di epidermidi. Anche se a molti sarà difficile superare le inevitabili diffidenze (l'inviato di Rockol ne era sufficientemente armato), le sei fanciulle più il chitarrista Beast sembrano credere davvero nella loro missione di cantare con i seni al vento, mimare (solo mimare?) amplessi sulla scena, descrivere dettagliatamente le gioie dei rapporti lesbici.
Il vecchio Beast, nonostante il nome e l'aspetto da "quarto Motorhead", non è del tutto un citrullo. «Viviamo in un certo modo, e le nostre canzoni parlano del modo in cui viviamo. Consideriamo la sessualità il vero motore del comportamento umano, come la psicanalisi insegna da decenni. Ma se lo dici in pubblico, ti guardano male, e se provi a superare le imposizioni culturali che riguardano la sessualità, ti faranno a pezzi. Ci sono molti posti dove ci odiano letteralmente; anche mio padre non capisce perché viva in questo modo. Gli ho detto: "Vedi, papà, io amo le donne e mi piace far l'amore con molte di loro". E lui, irritato: "Che cavolo, a chi non piacerebbe?" Beh, noi proviamo a realizzare i nostri desideri».
Tuttavia, tutto questo amore dalle canzoni e dalle foto del gruppo non emerge: l'atteggiamento è quello aggressivo di una punk band, per non parlare del nome. «Avvertiamo tutta l'ostilità intorno a noi, e ci sentiamo dei ribelli. E poi nonostante quello che dicono degli uomini, le donne - e questo è un gruppo fondamentalmente femminile - sono dieci volte più aggressive dei maschi. Solo che hanno represso per secoli questa caratteristica». Al suo fianco, la cantante Julie (lesbica, per la cronaca, ed "esperta nell'arte dell'orgasmo multiplo") annuisce.
Ma non pensate di tradire la "causa", commercializzando il tutto? Oppure che potrebbero accusarvi di farvi pubblicità nel modo più facile?
«Ehi, ma siamo un gruppo rock, no? Voglio dire: il rock, da Elvis in poi, trae la sua spinta dall'attrazione sessuale. E perché i Rolling Stones, che ora vivono da gentiluomini borghesi, possono cantare "I can't get no satisfaction" e Julie non può cantare "Mi piace toccarmi la f..."? In fin dei conti, è molto più sincera lei».