
Clarence Clemons è morto a 69 anni: si è spento nella notte, dopo essere stato ricoverato in ospedale per una settimana in seguito all’attacco di cui abbiamo riferito gli scorsi giorni. Il primo riconoscimento a Big Man è arrivato da Bruce Springsteen, che si era detto speranzoso pur riconoscendo la gravità della situazione: “Siamo onorati e grati di avere avuto l’opportunità di stargli accanto per quasi quarant’anni”, ha scritto il Boss sul suo sito. “Era un mio grande amico e un partner e con Clarence al mio fianco la mia band e io abbiamo potuto raccontare una storia molto più profonda di quanto non dica la nostra stessa musica. La sua vita, il suo ricordo e il suo amore continueranno a vivere in quella storia e nel gruppo”. Clarence Clemons aveva trascorso gli ultimi anni a combattere vari problemi di salute e si era sottoposto a un doppio intervento chirurgico alle ginocchia, in conseguenza del quale spesso (come in occasione del Superbowl 2009) era stato costretto a esibirsi seduto su una sedia a rotelle, sopportando dolori fortissimi e, infine, anche una seria forma di depressione post operatoria. La sua ultima esibizione in studio è stata con Lady Gaga, sulla cui “The edge of glory” ha suonato il suo inconfondibile sax. Ma il suo assolo-marchio di fabbrica, con cui desideriamo ricordarlo, è quello che contribuì a rendere “Born to run” un album leggendario, quello che impiegò 16 ore a perfezionare in studio, quello di “Jungleland”.