
“Purtroppo o fortunatamente per me, appartengo a quella categoria di persone che, quando non hanno niente da dire, stanno zitte”. Giorgio Faletti torna a parlare di sé come ha sempre fatto: con lo stile discreto e ironico di un comico che ha qualcosa di serio da dire.
“Nonsense” è il primo CD di Faletti dopo un lungo periodo di silenzio durante il quale ha avuto modo di lavorare con Mina e Angelo Branduardi; per quest'ultimo ha scritto diverse canzoni (vedi news).
Tutte le dodici tracce del nuovo lavoro sono state scritte dal comico/cantante, eccezion fatta per “L’isola”, parte della cui musica è opera di Danilo Amerio (che aveva lavorato con Faletti in “Signor tenente” del ’94). “Sono davvero contento di questo disco perché so che mi rappresenta”, spiega Faletti in un incontro con Rockol, “Qualcuno potrà pensare che nelle canzoni ci siano riferimenti ad esperienze di vita personali, ma non è vero. Quando si scrive una canzone ci si trova davanti a due alternative: o scendere in strada e guardare la gente che vive; o inventare un mondo proprio e invitare la gente a scoprirlo. Io ho scelto la prima, per questo non credo che si possa parlare di album autobiografico. La linea di fondo è per lo più malinconica, mentre io sono una persona ottimista”.
Il titolo del disco affonda le radici nell’esperienza cabarettistica di Faletti: “Ho lavorato per tanti anni con Zuzzurro e Gaspare, che sono i re del non senso. L’idea è nata dal fatto che credo che un comico che cerca di fare altre cose più serie, come scrivere canzoni, sia un non senso”.
“Nonsense” è il primo CD di Faletti dopo un lungo periodo di silenzio durante il quale ha avuto modo di lavorare con Mina e Angelo Branduardi; per quest'ultimo ha scritto diverse canzoni (vedi news).
Tutte le dodici tracce del nuovo lavoro sono state scritte dal comico/cantante, eccezion fatta per “L’isola”, parte della cui musica è opera di Danilo Amerio (che aveva lavorato con Faletti in “Signor tenente” del ’94). “Sono davvero contento di questo disco perché so che mi rappresenta”, spiega Faletti in un incontro con Rockol, “Qualcuno potrà pensare che nelle canzoni ci siano riferimenti ad esperienze di vita personali, ma non è vero. Quando si scrive una canzone ci si trova davanti a due alternative: o scendere in strada e guardare la gente che vive; o inventare un mondo proprio e invitare la gente a scoprirlo. Io ho scelto la prima, per questo non credo che si possa parlare di album autobiografico. La linea di fondo è per lo più malinconica, mentre io sono una persona ottimista”.
Il titolo del disco affonda le radici nell’esperienza cabarettistica di Faletti: “Ho lavorato per tanti anni con Zuzzurro e Gaspare, che sono i re del non senso. L’idea è nata dal fatto che credo che un comico che cerca di fare altre cose più serie, come scrivere canzoni, sia un non senso”.
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