Lucio Battisti, riposi in pace

Noi ce lo auguriamo; ed anche per questo non intendiamo ulteriormente riferire di sterili polemiche, vane rivendicazioni, vacue consultazioni (‘privacy sì, privacy no’).
Come spesso ci tocca di osservare (anche guardandoci allo specchio), i mezzi di informazione non hanno perduto nemmeno questa occasione per fare brutta figura; prima battibeccando su chi fosse stato il primo a dare la notizia della morte, poi gareggiando per pubblicare l’intervista più originale (e qui ringraziamo tutti i - pochi - cantanti, musicisti, addetti ai lavori che non hanno voluto rilasciare nessuna dichiarazione), infine assediando i luoghi in cui si stava consumando il dolore dei familiari. Fino a questa mattina, fino alle inutili fotografie scattate e riprese effettuate fuori e dentro dal cimitero di Molteno, fino alla fiera delle vanità di chi ha voluto far sapere di esserci stato.
Per ripensare a Lucio Battisti, ci piace conservare nella memoria la frase letta su uno dei tanti biglietti lasciati dalla gente, insieme a mazzi di fiori, davanti all’ospedale San Paolo: “Ti canteremo sempre”.
La notizia, dicevamo, merita un commento.
Soprattutto perché, come quasi sempre accade in Italia, trascura il fattore “qualità” per puntare soprattutto sul fattore “prezzo”. Se la BMG Ricordi intendesse davvero incentivare la comprensione e la diffusione dell’opera di Lucio Battisti (con Mogol, ma anche con Pasquale Panella: benché due degli album più recenti - “La sposa occidentale” e “Cosa succederà alla ragazza” siano usciti per la Sony Music, e quindi non appartengano al catalogo BMG) sarebbe senz’altro più meritorio che approntasse una riedizione integrale di tutti i dischi di Lucio Battisti in edizione restaurata, in maniera da aggiungere valore a quei lavori. In un mercato più evoluto e maturo, potrebbe persino essere logico pianificare una riedizione in vinile di tutti gli album e di tutti i 45 giri, destinata a un pubblico adulto e con buone disponibilità economiche.
Di raccolte, compilation, riproposte, repackaging, doppi album a prezzo speciale, se ne sono già visti troppi. Non c’è bisogno di abbassare ulteriormente il livello di fruizione della musica di Battisti. La missione culturale (è una parolona, ma quando ci vuole…) della casa discografica dovrebbe secondo noi, in questo caso, essere quella di preservare e impreziosire, non quella di banalizzare e mercificare.
Certo, ci vorrebbe un garante, un responsabile (Mogol?), qualcuno che si prendesse la responsabilità di dire dei sì e dei no. E, come abbiamo già scritto, la speranza è che non comincino a circolare inediti, provini, brani incompleti, spezzoni e “rarità”. A naso, non ci pare che la vedova di Lucio Battisti possa diventare una Yoko Ono. Speriamo che i fatti non ci smentiscano. E che Lucio possa davvero riposare in pace.