Giuseppe Videtti intervista su “Repubblica” il cantautore canadese di cui il 21 aprile prossimo esce, dopo la riunione di “Looking forward” con Crosby e Stills, l’album solista “Silver and gold”. Young parla, tra le altre cose, del progetto di ripubblicare le canzoni dei “Buffalo Springfield”, il gruppo che formò con Stephen Stills prima di conoscere il grande successo: «Io non sono di natura nostalgico, ma riascoltare quelle canzoni mi ha portato di colpo all’ingenuità di quegli anni. E alla grande energia, all’entusiasmo con la quale affrontavamo la vita». La maggior parte della chiacchierata verte comunque sulla parabola di Young, dagli eccessi degli anni giovanili al dramma familiare del figlio Ben, nato affetto dal morbo di Palsy. Dalla creatività da “dannato” alla scoperta di una nuova dimensione: «Non avrei mai pensato di poter continuare a scrivere canzoni (…) in seno a una famiglia. Occupandomi delle stesse cose con cui i comuni mortali fanno girare il mondo». Il cantautore, nel finale, si dice poi a proprio agio con le nuove leve del rock: «Io suono benissimo con i Pearl Jam. E i Nirvana sono stati il più grande gruppo rock degli anni Novanta».
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