
Credits: Gianni Sibilla
Su "La Stampa" e "La Repubblica" lunghe interviste a Madonna. La cantante parla soprattutto di "The next best thing", film del regista inglese John Schlesinger, che uscirà in Italia il 14 aprile. Sul quotidiano torinese Madonna ammette che il film presenta molti lati in comune con la sua vita: «Ci sono dei paralleli. Ho una bambina, sono davvero molto amica di Rupert Everett, e pratico yoga. Nella sceneggiatura originale ero un'istruttrice di nuoto e sono stata io a insistere perché mi facessero diventare una maestra di yoga. Ma c'è una grande differenza ed è che mia figlia ha un padre con il quale ha un'ottima relazione». A proposito di paternità, una risposta alle voci sui contatti con una clinica torinese per l’inseminazione artificiale. «Penso spesso all'idea di avere altri figli. Ma perché dovrei andare in Italia? Un'altra notizia fondata sul nulla. Se volessi seguire quella strada, posso farlo qui a New York». Infine, un accenno al prossimo disco. «Sto preparando un album che chiamerò semplicemente "Music" che dovrebbe essere pronto dopo l'estate. Userò molta elettronica, uno stile minimalista ispirato al principio che di meno è in realtà di più». Su "La Repubblica", Madonna aggiunge che il nuovo album «E’ quasi finito, ed è bellissimo. Uscirà a settembre, e credo si intitolerà "Music". Sto lavorando con un musicista francese, Mirwais, che fa una musica molto elettronica e minimalista. È una musica così minimalista che le emozioni emergono nude e forti"». A proposito di forza, la star si compiace della sua attuale muscolatura. «Ci ho messo tre anni ad arrivare a questo livello. Da quando è nata mia figlia pratico l'ashtanga, una forma estrema di yoga che non è facile nemmeno per me». Infine, una spiegazione della scelta di "American pie" di Don McLean. «Era stata un'idea di Rupert, ma io avevo paura di rovinare una canzone classica per chi l'ha amata e ancora l'ama da trent'anni. Ma poi mi sono resa conto che era giusta per questo film, perché ha un senso di nostalgia, è un modo di guardare alla vecchia cultura pop proprio ora che ci muoviamo nel XXI secolo e diciamo addio alle cose del passato».
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