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Lucio Dalla: partito il nuovo tour

Lucio Dalla: partito il nuovo tour
Praticamente tutti i quotidiani si occupano del tour di Lucio Dalla, che ha debuttato al Teatro Novelli di Rimini proponendo per due serate il suo nuovo spettacolo. Svariate dichiarazioni rilasciate dall’artista bolognese ai quotidianisti sono state riportate a stralci all’interno degli articoli, mentre la Stampa le inserisce, integrate da alcune domande ad personam, in un apposito spazio dedicato all’intervista, a firma Marinella Venegoni. A lei, parlando della sua recente esperienza musicale con l’orchestra della radio e tv albanese (con loro si è esibito a Tirana), Dalla dice: «Fantastici. Nell’armonizzazione di “Canzone”, che è anche un poco loro, sono impazziti. C’era a teatro l’attuale ministro della cultura, Edirama, che fu messo in galera perché cantava “L’anno che verrà”. E ho dedicato “4 marzo 1943” a un direttore di giornale che ha passato 24 anni in galera per aver scritto dei Beatles (…) Il vero cantante del millennio secondo me è albanese, che abbia ricerca sonora e gestualità». «Andrea Degidi de Il Giorno scrive: «C'è sempre profumo di pace nella musica di Lucio Dalla. Pace e semplicità, è questa la soluzione da lui scelta per buttarsi alle spalle il temuto 1999, che non è solo un anno, ma anche una canzone scritta nel lontano 1966 e ripresa nell'ultimo album, “Ciao”. «Sono solo in un mondo che tace, finalmente è scoppiata la pace», sussurrava allora Dalla, e nulla per lui è cambiato da allora. Sono trascorsi 34 anni, ma il desiderio di pace è sempre vivo. (…) «Accettiamoci per come siamo, non cerchiamo di diventare come i protagonisti degli spot», ammonisce il cantautore bolognese alla platea prima di abbandonarsi ad una tiratissima “Non vergognarsi mai”. La gente però ha sete soprattutto delle canzoni più vecchie, che Lucio distilla con i tempi giusti, miscelandole ad arte alla sua produzione anni 90. E così “Piazza grande”, “4-3-1943”, “Anna e Marco” piovono alternate a “Canzoni”, “Ayrton”, “Ciao”, “Born to be alone” e “Là”. E' soprattutto la musica che parla in questo show: poche luci e scenografie ridotte al minimo, giusto un paio di immagini ispirate alla copertina di “Ciao” e proiettate sullo sfondo del palco, calcato da Fabio Coppini (tastiere), Roberto Costa (basso); Roberto Gualdi (batteria), Gionata Colaprisca, Iskra Menarini, Roberto Majorana (cori) e Ricky Portera, la cui chitarra regala un guizzo irresistibile a “Balla ballerino”. (…) «Ma quella di Rimini era solo una prova — spiega Dalla —; lo spettacolo vero e proprio sarà più ricco». (…) Il festival di Sanremo è vicino: ha già deciso cosa canterà nella sua veste di super-ospite? «Due canzoni le ho già scelte: una è Là, l'altra è 4 marzo 1943». Progetti? «Finito il tour comincerò a lavorare al mio nuovo disco. Nascerà alle isole Tremiti e vivrà sul filo di un pop sperimentale. In estate mi dedicherò ad un mini-giro di concerti sinfonici, con la nuova Orchestra Scarlatti poi mi aspetta una tournée in Sudamerica». «Dalla nel nuovo tour torna bambino», intitola invece il Corriere della Sera, nel suo articolo a firma Mario Luzzatto Fegiz, infarcito di curiosità legate alla carriera dell’artista:«(…) E racconta che al festival eseguirà «4 marzo 1943», «E' la canzone che mi ha fatto apprezzare nel 1971 a Sanremo, la bellezza, la dolcezza e la scabrosità del mio lavoro. La canterò all'Ariston (martedì 22 febbraio) come l'ho sempre cantata negli spettacoli, con i versi che la Rai censurò: «giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare» (divenuta «giocava a far la donna...»), «e quando bestemmio e bevo vino per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino» (corretto in «e quando gioco a carte e bevo vino»). «Non ce l'ho con i censori dell'epoca - continua Dalla -. La canzone era talmente innovativa, per linguaggio e tema, che quei cambiamenti sono stati irrilevanti. Andò a rompere uno schema di cattocomunismo che si stava consolidando. Ma volete sapere la più bella? Quella canzone non era affatto inedita: l'avevo eseguita per due anni nei locali. Quindi aveva avuto decine di pubbliche esecuzioni e andava squalificata. Ma le comunicazioni non funzionavano come oggi». (…) Ma le sembra giusto, lei fuori gara e Morandi a sudare? «Non faccia il furbo, sa bene che Morandi adora sudare in gara. Quanto a me non sono in gara solo perché non ho la canzone giusta, quella da "bel canto". Se avessi composto "Caruso" un mese fa sarei in gara anch'io». E ricordando il bagno di folla di San Silvestro a Napoli afferma: «La canzone napoletana e la sua enfasi sono alla base di tutto. Se confrontiamo "Imagine" con "Era di maggio" la prima è un semplice jingle pubblicitario». Fabrizio Zampa de Il Messaggero aggiunge: «Forse il fatto che quello di Dalla sia il primo grande tour del nuovo millennio ra già scritto quando compose “Futura”, “L’anno che verrà”, “Il motore del 2000” o il suo primo album che uscì nel 1966 e si chiamava “1999”, e Lucio non poteva affacciarsi meglio a questo confine tra secoli. Lo fa con grinta con un piglio che guarda al domani, con suoni invidiabili e con una scenografia che è un semplice sfondo bianco sul quale piovono immagini, un po’ come la vita: ce l’hai davanti ma poi dipende da quello che ci proietti sopra con la fantasia, le idee, la voglia di cambiare». Interessante anche l’analisi di Giuseppe Videtti nell’articolo che Repubblica dedica al concerto dell’artista bolognese: «(…) Il dottor Dalla oggi ha voglia di fare solo le cose che gli piacciono (duettare con Nino D'Angelo, ad esempio, oppure prodursi con un'orchestra sinfonica), ben consapevole che il mercato del disco offre ormai poche garanzie, che i grandi spazi del rock oggi gli appartengono meno di sempre e che i grandi cambiamenti nella sua vita sono arrivati a casaccio. L'artista di oggi è tutto dentro una canzone apparentemente spensierata, in realtà amara e rassegnata, "Ciao", "un modo per dire, ragazzi non stupitevi, perché noi viviamo nella guerra da sempre. L'addio definitivo alla canzone ideologica, consapevoli che il nostro vero nemico oggi è il potere delle macchine". E se a Sanremo quest'anno tra i superospiti ci sarà anche lui (a cantare "Là" e "4.3.1943", che 29 anni fa si classificò terza) "è soltanto perché la mia storia è cominciata lì. Se avessi avuto un pezzo come "Caruso" mi sarei presentato in concorso. A fare il cantante, non la scimmia". Quel che ha fatto ieri sera a Rimini: una voce grandissima esaltata da una perfetta acustica». Da ricordare che dopo le due date al Teatro Novelli di Rimini, Lucio Dalla sarà al Teatro Smeraldo di Milano dal 19 al 29 gennaio, e poi a Bologna (dal 31 gennaio al 3 febbraio), Trento (6 e 7), Reggio Emilia (8 e 9), Firenze (11-13), Genova (15), Torino (16 e 17), Ascoli Piceno (28 e 29), Senigallia (1 e 2 marzo), Orvieto (4 e 5), Lecce (8 e 9), Bari (10 e 11), Lamezia (12 e 13), Catania (15 e 16), Ragusa (17), Trapani (19), Palermo (20-22), Roma (10-16 aprile) e Napoli (18-20 aprile).
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