E' in uscita "La velocità della luce", album di debutto dei C.O.D., gruppo
di Trento segnalatosi (anche per averne vinti parecchi) in numerosi
concorsi musicali (Enzimi, Ritmi Globali, Rock Targato Italia). Il nome del
gruppo, spiega il batterista Massimo Garbari, è l'acronimo di Crack Opening
Displacement. «E' un retaggio dei miei studi di ingegneria: sta a indicare
il limite oltre il quale un materiale si rompe, passando dalla crepa alla
rottura». «Esistiamo come gruppo dal '93, ma la formazione definitiva
esiste da un paio di anni», racconta invece Emanuele Lapiana, cantante e
chitarrista, che ammette le influenze di «Joy Division, Echo & the
Bunnymen, Cure: soprattutto la new wave è sempre stata una componente
abbastanza forte del nostro suono». Il disco è molto interessante, e i
testi non sono banali: la cosa, per un gruppo al debutto discografico, può
persino rappresentare un problema... «Sappiamo che sia il singolo
"Polaroid" che il suo video non sono allineati alla forma "canonica" che le
radio vorrebbero. Sarà quel che sarà: in questi anni abbiamo sempre cercato
di seguire la nostra strada, anche litigando con le persone che ci davano
consigli». Fabrizio Casali, bassista, indica come punto di riferimento
«tutti quelli che dimostrano di voler fare della propria musica qualcosa di
personale, che hanno combattuto per andare oltre gli schemi, e hanno
tentato di "andare oltre" senza preoccuparsi del mercato. In Italia, in
particolare, i Marlene Kuntz, e tutti i gruppi legati al Consorzio
Produttori Indipendenti. Nonostante la palese difficoltà di proporre cose
così particolari e complicate, è gente che ha lottato per anni perché la
loro musica venisse a contatto col pubblico». Il produttore dell'album è
Luca Rossi degli Ustmamò.
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