Francesco De Gregori all'Arena di Verona per 'Rimmel 2015': le dichiarazioni dell'artista

Davanti a oltre 12mila persone, Francesco De Gregori ha tenuto ieri sera, all'arena di Verona, "Rimmel 2015", concerto evento per celebrare il quarantesimo anniversario della pubblicazione di un dei suoi album più conosciuti e apprezzati. Il cantautore romano ha ribadito come la serata non avrà una coda televisiva:
"Questo concerto non andrà in tv perché è un evento dedicato a chi è venuto stasera e si è goduto questa festa. Anche se abbiamo suonato davanti a molta gente, io la considero come una cosa privata, come ogni concerto. Ho sempre trovato molto difficile sovrapporre i tempi televisivi ai tempi dello spettacolo, sono due tempi giusti ma vanno rispettati separatamente. Mi piacerebbe fare una cosa così in tv ma andrebbe comunque programmata appositamente per la tv. Stasera secondo me c’è stato un gran bel pezzo di storia della musica italiana sul palco, 'Rimmel' o non 'Rimmel'. Mi piacerebbe vedere una cosa così in tv però andrebbe studiata secondo i tempi televisivi e la regia. Non si possono sovrapporre le due cose in maniera indolore, secondo me. Ci tenevo molto che questa serata venisse bene e non avesse dei vincoli di altro tipo"
Tanti, come già annunciato, gli ospiti intervenuti: Malika Ayane ha suonato il violoncello su "Pezzi di vetro", Checco Zalone ha inserito nella sua apparizione imitazioni di diversi big della musica italiana assenti - tra gli altri, Vasco Rossi, Al Bano, Tiziano Ferro e Gigi D'Alessio - e Fedez, chiamato sul palco per l'esecuzione di "Viva l'Italia", ha aggiunto un verso al brano ("Viva l'Italia, l'Italia del '68 condannata a un '69"). Sul giovane collega, De Gregori ha dichiarato:
"Io non considero Fedez come un uomo prigioniero dell’hip hop o del rap, lui come molti della sua età conosce quella musica e si muove e scrive dento essa ma è un uomo sapiente musicalmente. Fedez non ha solo rappato su “Viva l’Italia” ma ha cantato le strofe che canto io e lo ha fatto da grande cantante. Il rap è qualcosa che ci sta intorno… anche Caparezza viene dal rap ma definirlo rapper è riduttivo, come per Fedez. Fedez ha avuto un’idea su come aggiungere delle cose a 'Viva l’Italia', è entrato in questa canzone con una sapienza difficile per un uomo di 25 anni. E’ riuscito a mischiare il suo stile, perché ha fatto delle parti rappate, e poi a cantare le strofe come le canto io, da cantante. Uno dei momenti più commoventi della serata. Mi piace avere intorno gente giovane"
L'abbinamento tra ospiti è brani, ha spiegato lo stesso artista, è stato molto naturale:
"Malika mi ha chiesto di fare 'Pezzi di vetro', Giuliano Sangiorgi mi ha detto che voleva assolutamente cantare 'Guarda che non sono io', a Elisa invece ho chiesto io di fare 'Buonanotte Fiorellino' e lei ha detto 'sì, ma la faccio a modo mio' e io le ho detto 'meno male'… anche io la faccio a modo mio da molti anni. Comunque non c’è stata nessuna imposizione né da parte mia né da quella degli amici e colleghi. Io semplicemente li ho invitati a questo concerto, dove 'Rimmel' era il centro della serata ma non un totem da adorare. Tutti si sono collegati a un’idea di musica più che a un’idea di disco. Infatti non mi piace chiamare celebrazione questa serata, è stata una festa di compleanno a cui ho invitato gli amici e non i parenti stretti…. Questo mi ha molto esaltato. A Caparezza all’inizio avevo chiesto di fare 'Fuori dal tunnel', ma lui voleva fare 'Vieni a ballare in Puglia' e ci mancherebbe… porte aperte. 'Alice' con Ligabue l'ho fatta perché era anche su disco, ci piace farla. 'Il muro del suono' invece ha parole molto vicine alla mia sensibilità, è un brano in equilibrio tra denuncia di un mondo malato e una grande scrittura. Poi con Ligabue ho voluto cantare anche 'Sempre e per sempre' perché secondo me condivide il senso della canzone. Non dovete pensare che ci sia una particolare alchimia o un bilancino nella scelta …voi mettete insieme 10 persone diverse che cantano e vengono fuori delle cose che funzionano"
De Gregori ha poi voluto tornare sul vero centro dell'evento, il disco che lo consacrò come una delle punte di diamante del cantautorato italiano:
"'Rimmel' è un disco che ha una forza sua e ignoro anche i motivi precisi per cui l’abbia avuta. Ci sono delle cose che avvengono quando scrivi le canzoni e non sai bene perché escono così e perché funzionano. 'Rimmel' l’ho prodotto totalmente io e mi stupisco come sia riuscito a farlo…era un periodo dove avevo la testa piena di cose, volevo mischiare le carte, volevo uscire dallo stereotipo del cantautore voce e chitarra verso cui però la mia casa discografica mi spingeva a quei tempi. E’ stato un po’ un disco combattuto"