
Allora Wyclef, sembri abbastanza impegnato in questo periodo…
Sì, un pochino…
Soltanto un pochino? Se lo dici tu… Iniziamo a parlare di Netaid: sei soddisfatto del risultato?
Credo che sia troppo presto per poterne parlare, ma ho avuto una sensazione molto positiva riguardo alle cose fatte finora e mi sembra che la direzione verso cui ci stiamo muovendo sia quella giusta. Insomma, se potessi tornare indietro, rifarei le cose così per come sono andate.
Per quanto tempo hai lavorato all’evento?
Tutto è cominciato qualche mese fa, quando Bono mi ha contattato per Jubilee 2000 (l’organizzazione che si batte per la cancellazione del debito pubblico nel terzo mondo da parte dei paesi industrializzati in coincidenza con l’anno 2000, ndr). Io avevo già aperto la mia Wyclef Jean Foundation e così abbiamo iniziato a parlare di qualcosa di grande. Da lì ha preso corpo l’idea.
A chi andranno i soldi raccolti con i concerti?
Sono soldi che andranno a beneficio di enti e istituzioni coordinati dalle Nazioni Unite. Non saprei dirti nello specifico quali sono le organizzazioni che verranno aiutate, ma so per certo che si tratta di una cosa seria.
E’ stato difficile avere a che fare con tutte quelle star della musica e coordinarle, oppure sembrava di essere tornati indietro ai tempi di Live Aid?
E’ stata una splendida esperienza per me, mi sentivo molto eccitato. Sono ancora molto giovane e quando ho visto tutte queste star insieme mi sono veramente commosso.
Chi, tra gli artisti che si sono esibiti, ti è piaciuto di più?
Probabilmente quella che più ha lasciato il segno dentro di me è stata Jewel, e poi Sting.
Che origine ha la canzone che hai inciso con Bono?
La versione originale di quella canzone fa parte della colonna sonora del film “Life”, con Eddie Murphy, per cui ho scritto la colonna sonora. Quando abbiamo iniziato a lavorare alla canzone per Netaid ho pensato di renderla un po’ più upbeat e cambiarle qualche parola, ma per il resto si tratta ancora di quella canzone.
Il tuo lavoro per “Life” ha coinciso con il tuo debutto nel campo della musica da film: è stata un’esperienza difficile?
E’ stato molto interessante, in realtà, perché la storia del film parte dagli anni ’40 e arriva fino al 1999, così la musica che l’accompagna scorre attraverso jazz, soul, hip hop e anche arrangiamenti per orchestra. Sono stato felice di lavorare con l’orchestra proprio perché ho un background jazz, e quindi sognavo di cimentarmi in una cosa del genere. Anche sul mio prossimo album come solista ci sarà l’orchestra in molti brani.
A proposito, quando uscirà “2 sides 2 a book: the ecleftic”?
Ci sarà prima un singolo, che uscirà a febbraio. Dopodiché arriverà l’album, in aprile.
Sarà molto diverso dal tuo precedente album, “Carnival”?
Sì. Il nuovo album racconta le mie esperienze sulla strada e il giro del mondo che ho fatto a causa di “Carnival”, compreso il viaggio a Milano che ha offerto lo spunto alla scrittura di una canzone.
Cioè? Di quale canzone stai parlando?
Di uno strumentale che si intitola “Italian lullabye” ed è dedicato ad una ragazza che ho conosciuto in Italia. Lei mi piaceva molto e io le piacevo molto, ma a suo padre non piacevo per niente. Avevo pensato di cambiare persino il mio nome, da Wyclef Jean a Wyclef Giovanni!
Insomma, con l’Italia hai un buon rapporto fin dai tempi di Sanremo…
Sì, direi proprio di sì…!
E oltre a questo souvenir italiano, che altre anticipazioni puoi darci sul disco?
Che, come si può capire dal titolo, sarà un album molto eclettico, ma con una caratteristica, quella di valorizzarmi come chitarrista. Forse non tutti sanno che è uno dei miei strumenti preferiti e che posso suonarla decentemente.
Quale chitarrista ti ha influenzato di più?
Sicuramente Jimi Hendrix. Ho sempre avuto lui in mente quando ho iniziato a suonare.
Il tuo futuro album risentirà dell’incredibile popolarità che hai riscosso, e soprattutto dell’essere adesso considerato uno dei nuovi sound designer della scena black?
Be’, sono contento per questa definizione, ma credo di essere ancora troppo giovane per meritarmela. Diciamo che ne possiamo riparlare fra cinquant’anni!
Ma l’atteggiamento ossequioso delle persone che hai accanto non ti fa sentire a disagio? Oppure sei stato bravo a evitare troppi leccaculo?
Esatto. E’ così. I miei amici sono quelli di quando ho iniziato, e per quanto riguarda la mia musica so a chi farla ascoltare. C’è solo una persona che mi dice sempre la verità, ed è la mia sorellina più piccola. Ha 12 anni e quando le faccio ascoltare un brano studio attentamente le sue reazioni: se rimane colpita mi convinco che è un pezzo su cui vale la pena di lavorare, altrimenti lo butto e non ci penso più.
So che tra le varie cose che hai fatto quest’anno c’è stata anche la produzione per il nuovo album degli Earth, Wind & Fire, adesso sotto contratto per la tua etichetta discografica: com’è stato lavorare con loro e cosa hai imparato da un maestro come Maurice White?
Lavorare con gli EW&F è stato splendido, devo dire che è un sogno che accarezzavo sin da quando ero bambino. Per quanto riguarda invece il lavorare con Maurice posso dirti che ho imparato ad ascoltare la musica, per quanto questo possa sembrarti strano. Molti artisti sentono la musica, ma pochi sono in grado di ascoltarla veramente, di recepire distintamente i suoni e trasferirli nella propria idea. Maurice ci riesce, e lavorare con lui ha regalato qualche nozione in più anche a me.
Wyclef, si parla del tuo nuovo disco da ormai troppo tempo: quanto ti manca per finirlo?
Diciamo che è pronto al 75%….
Ma è pronto nella tua testa oppure nel mixer?
No, no…è pronto nel mixer…
E per quanto riguarda i Fugees?
Torneremo a lavorare insieme, puoi giurarci.
A ripensarci ora, cosa ti sembra che mettano in luce i tre dischi dei componenti dei Fugees?
Quello di Lauryn l’amore per il soul, quello di Pras il glamour e il mio le radici.
A proposito di radici, come mai non sei coinvolto nel progetto del tributo a Bob Marley intitolato “Chant down Babylon”: Lauryn c’è…
In origine mi avevano chiesto se volevo partecipare, ma poi non se n’è fatto nulla. Non mi dispiace di non esserci comunque, visto che comunque le canzoni di Marley sono talmente belle ed essenziali che rifarle è inutile.
Un’ultima domanda: a cosa stai lavorando attualmente?
Ho scritto due canzoni per il nuovo album di Michael Jackson: una si intitola "King of dancefloor" e l'altra "What time it is", e le produrrò io per il suo album….
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