«DON'T STEP ON THE SNAILS
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Howe»
la recensione di Rockol
Howe: leggi qui la recensione di "Don't step on the nails"
Howe è il nome dietro cui si cela un misterioso producer che dopo alcune esperienze in ambito house per label prestigiose ha deciso di indossare una maschera e tornare ad esprimersi in libertà.
Strutture fisse, 16 battute di intro, 4 di bridge, utilizza il synth che ora va di moda, i sample che adesso tirano, stai nei 6 -7 minuti, chiudi con solo kick. Ero sinceramente stufo. Perciò molto liberamente e volontariamente sordo ad ogni disco che usciva e che andava in quel periodo ho acceso il pianoforte e iniziato a giocare con il computer, i sample, i synth. Il risultato è quello che sentite…
A parlare è Howe, producer che dopo alcune esperienze in ambito house per label quali Defected e Snatch (ed un lavoro dietro la scrivania come label manager), decide di mettersi una maschera e affrontare prima lo studio e poi il palco. Per saltare la barricata si attrezza di otto pezzi racchiusi sotto l’unico titolo “Don't step on the snails”, un disco fondamentalmente elettronico che però pesca a piene mani da R&B, indie, trip hop e jazz, mantenendo di base costantemente una certa eleganza formale. Howe ha un approccio molto delicato al mondo dei synth e sa dosare bene la melodia arrangiando i pezzi con pochi tocchi.
Poche parole e tanta musica insomma, un ragionamento di tipo cinematografico, mondo in cui dove più che i dialoghi contano le immagini. In questo caso le immagini sono pezzi come “Lole”, un po’ Bonobo in versione dancefloor, o la doppietta “Glorious hay day” e “Three things” in cui Howe si avvale del supporto di Ray Wilson, o l’ottima “MM”.
Quando ho scritto il disco venivo anche da un periodo in cui, dopo quattro anni di legge, avevo dichiarato a mio padre (avvocato che mi aveva costretto a quegli studi) che avrei chiuso con l'università. Volevo essere libero e senza pressioni esterne e questo mi ha fatto sentire come un bambino che può sperimentare e giocare senza paura e mi sono paragonato ad una lumaca, che lentamente e con fatica cammina verso il suo obiettivo
Personalmente le lumache non sono propriamente il primo animale che prenderei come riferimento in una situazione come quella in cui si è trovato Howe, ma è proprio per questo che io sono alla tastiera e lui fa musica. Ed è sempre per questo che “Don't step on the snails” è un disco sì molto elegante, ma soprattutto interessante.
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