Sanremo 2009: il primo ‘question time’

La routine della sala stampa dell’Ariston verrà spezzata quest’anno dal ‘question time’, ovvero da una breve session di domande e risposte trasmessa quotidianamente in diretta televisiva da Rai Uno.
Trattandosi di un’occasione di (ambitissima, da alcuni) visibilità, è prevedibile che i colleghi faranno a gara per parteciparvi - non stupitevi se chi scrive non apparirà, egli soffre di una forma di ultrasnobismo indice di un esibizionismo ancora più spinto di quello di coloro che compariranno in televisione. In questo spazio riferiremo solo l’essenziale di quanto accadrà ogni giorno durante il ‘question time’, a beneficio di chi non l’avesse visto in tivù. Fortunatamente, le regole di partecipazione sono molto rigororse, e prevedono domande brevi (oddio, un minuto di tempo massimo non è proprio un tempo breve: per rivolgere una domanda bastano dieci secondi) e risposte concise (massimo due minuti).
Susanna Petruni conduce la trasmissione, e non appare particolarmente disinvolta né spiritosa - del resto, in questo campo il paragone con Paolo Bonolis è inevitabilmente perdente.
“Se Sanremo non ci sarebbe più, lo rimpiangereste” è lo sfondone grammaticale col quale Fabrizio Del Noce risponde alla domanda della Petruni. Rispondendo a Gino Castaldo, Bonolis di “La Repubblica” rivendica alla sua gestione di questo Festival una grande attenzione all’importanza della musica. Elena Caresani della Radio Svizzera chiede come è stata ottenuta la partecipazione Mina, rivelando che il ‘Nessun dorma’ che aprirà la serata di oggi è stato registrato in uno studio della radio per la quale lavora, e Bonolis parla dell’importanza della grande musica italiana di cui il brano pucciniano è un esempio, e GIanmarco Mazzi spiega che la partecipazione di Mina avverrà a titolo assolutalente gratuito.
Francesco Costantini, della “Gazzetta del Mezzogiorno”, chiede delle Nuove Proposte, suggerendo che la tendenza inaugurata quest’anno - quella dei “padrini” e delle “madrine” - diventi un’abitudine. Bonolis dice di augurarselo. Elisabetta Malvagna dell’ANSA parla di ascolti televisivi, argomento che esula dalla materia di cui si occupa Rockol.
Massimo Poggini di “Max” chiede conto della scelta delle canzoni, e se c’è stato qualcuno che la direzione artistica avrebbe voluto al Festival e non è riuscito ad avere, e accenna alle polemiche sul testo della canzone di Povia. Bonolis: “Mazzi e io non siamo stati dispotici, volevamo scegliere 15 canzoni e poi le abbiamo aumentate a 16. Abbiamo aperto al web con Sanremofestival.59, dando una possibilità a 90 concorrenti. Le scelte implicano sempre delle rinunce, e sì, qualche canzone non c’è stata e ci sarebbe piaciuto riuscire a farcela stare, alcuni artisti li avremmo voluti e non hanno accettato di esserci, peccato. La canzone di Povia è insolita: non è stata scelta per fare rumore mediatico”.
Alessandra Carnevali di “Blogosfere” sostiene che le canzoni delle “Nuove Proposte” risentono dello stile e della personalità dei “padrini”. Bonolis replica che non è detto che questo sia un limite, anzi forse potrebbe essere un vantaggio, e cita Riccardo Cocciante, Lucio Dalla, Zucchero, Burt Bacharach come portatori di qualità”. Marta Cagnola del “Sole 24 Ore” porta il discorso sulla “nuova televisione” di Youtube, e Bonolis si dice ben lieto che si moltiplichino le piattaforme veicolanti la musica.
La conduttrice, infilando a sua volta uno sfondone grammaticale (“Vuoi chiedere te qualcosa ai giornalisti?”), invita Bonolis a fare domande ai giornalisti. E’ l’occasione per dare la parola a Mario Luzzatto Fegiz, del “Corriere della Sera”, che parla di un Festival da ricco menu e si augura che piaccia agli avventori. “Che la musica sia sempre con voi, con o senza Sanremo” è il pensiero con cui Luca Laurenti chiude la trasmissione.