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Sanremo 2008: tensione tra Fimi, Rai e Sanremo

Sanremo 2008: tensione tra Fimi, Rai e Sanremo
Credits: Gianni Sibilla
La messa cantata delle dodici è particolarmente tempestosa. Non solo per via degli ascolti in calo, ieri otto milioni e duecentosessantamila spettatori, ma soprattutto per la minaccia del disimpegno dei discografici il prossimo anno se la formula non cambierà. “L’atteggiamento di Enzo Mazza della FIMI quest’anno è stato incomprensibile” comincia Baudo, subito interrotto da Mazza al quale Pippo cede il microfono: “Vi ho presentato le nostre proposte e vi ho allertati sul cambiamento totale del sistema dei media. Mi hai risposto sprezzante che remavo contro: allora sarete voi giovani a insegnarci come si fa la televisione, hai detto”.

“Insomma, qual è la tua proposta?” lo incalza Baudo. Mazza: “La mia proposta è togliere la gara dei big, fare una gara di giovani in tre serate, coinvolgendo tutte le aree della RAI che sono utili allo sviluppo della musica”. Baudo: “Lo avete sentito? Come faccio a prendere in considerazione una proposta così quando esiste una convenzione con il comune di Sanremo per cinque serate?”. Mazza: “Allora non rinnovate più la convenzione, che è pure scaduta. Non c’è un obbligo costituzionale, facciamo un Festival a Roma o dove volete voi”. A questo punto si scatena Adriano Aragozzini. “Quando dici queste cose le pensi o sono stronzate tutte tue?” chiede a Mazza. Il quale chiede: “Ma chi è questo signore?”
“Se non conosci Aragozzini, sei ignorante”, ribatte Baudo, e Mazza abbandona la sala stampa. A cercare di riportare la discussione su livelli accettabili interviene Mario Limongelli, Presidente del PMI, che chiede un incontro entro fine marzo per ragionare a freddo e studiare insieme una nuova formula. “La FIMI mi ha dato soltanto il 30% degli artisti” riprende Baudo, “il resto del cast l’ho composto con le etichette indipendenti. Le etichette importanti non investono più, non propongono personaggi nuovi. Comunque, la propsta FIMI è inaccettabile, il Festival diventerebbe una nuova Castrocaro”. E Baudo chiude con una frecciata che è un colpo di balestra: “Bisogna anche ricordare che la FIMI ha organizzato i cosiddetti Grammy italiani in un palasport di Milano, ottenendo un clamoroso, plateale insuccesso”.
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