27/02/2006
Gavin DeGraw, ‘di Sanremo mi piace... il pesce’

29 anni appena compiuti, carino ma non troppo, ama la musica dei ’60 e dei ’70 molto più di quella di oggi. Ha registrato il suo disco di debutto a Los Angeles ma preferisce di gran lunga New York, la sua città d’adozione. Il singolo che intitola il suo primo album, “Chariot”, è stato programmatissimo dalle radio italiane.
Del tuo primo album hai fatto due versioni, a Sanremo canterai “Chariot” con l’orchestra: che effetto ti farà?
“Le due versioni dell’album sono una ‘elettrica’ di studio registrata a Los Angeles e una acustica registrata dal vivo in un localino di New York. L’arrangiamento orchestrale di ‘Chariot’ saà simile a quello che ho utilizzato in Danimarca qualche settimana fa in occasione di un altro spettacolo; mi diverte in questi casi giocare a fare un po’ il Nat King Cole, il Frank Sinatra, di solito sono accompagnato da quattro-cinque musicisti al massimo...”
Sei arrivato a Sanremo con un paio di giorni d’anticipo rispetto all’impegno televisivo: che impressione ti sei fatto del Festival?
“Non ci ho badato molto, al Festival, non l’ho nemmeno guardato in televisione; da quando sono qui ho pensato soprattutto al mare e alle pietanze di pesce!”
Il tuo amico Jesse McCartney, che è stato ospite ieri sera, non ti ha raccontato niente?
“Jesse è una persona deliziosa, un amante della musica e un ottimo cantante. Abbiamo suonato insieme durante uno show radiofonico a Kansas City. Le ragazzine lo adorano, gli tiravano i reggiseni sul palco. Io suonavo il pianoforte, e lui intanto ballava e dimenava il culo. Qui a Sanremo però non siamo riusciti a incrociarci. Peccato, sarà per un’altra volta...”
Del tuo primo album hai fatto due versioni, a Sanremo canterai “Chariot” con l’orchestra: che effetto ti farà?
“Le due versioni dell’album sono una ‘elettrica’ di studio registrata a Los Angeles e una acustica registrata dal vivo in un localino di New York. L’arrangiamento orchestrale di ‘Chariot’ saà simile a quello che ho utilizzato in Danimarca qualche settimana fa in occasione di un altro spettacolo; mi diverte in questi casi giocare a fare un po’ il Nat King Cole, il Frank Sinatra, di solito sono accompagnato da quattro-cinque musicisti al massimo...”
Sei arrivato a Sanremo con un paio di giorni d’anticipo rispetto all’impegno televisivo: che impressione ti sei fatto del Festival?
“Non ci ho badato molto, al Festival, non l’ho nemmeno guardato in televisione; da quando sono qui ho pensato soprattutto al mare e alle pietanze di pesce!”
Il tuo amico Jesse McCartney, che è stato ospite ieri sera, non ti ha raccontato niente?
“Jesse è una persona deliziosa, un amante della musica e un ottimo cantante. Abbiamo suonato insieme durante uno show radiofonico a Kansas City. Le ragazzine lo adorano, gli tiravano i reggiseni sul palco. Io suonavo il pianoforte, e lui intanto ballava e dimenava il culo. Qui a Sanremo però non siamo riusciti a incrociarci. Peccato, sarà per un’altra volta...”
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