Nick Cave ha cambiato idea sull'intelligenza artificiale
Come risaputo da chi ammira e segue da vicino Nick Cave, il musicista australiano utilizza spesso e volentieri la sua newsletter The Red Hand Files per soddisfare le curiosità dei fan e regalare la sua visione delle cose della musica e della vita. Tempo fa, nel 2023, si diceva molto preoccupato per la diffusione dell'intelligenza artificiale descrivendola come un "orrore emergente". Ma ora sembrerebbe avere cambiato idea, ha infatti pubblicato un video generato dall'intelligenza artificiale per la sua canzone del 1985 "Tupelo", inclusa nell'album “The firstborn is dead”.
In The Red Hand Files Nick Cave ha risposto a una persona che gli ha chiesto: "Cambiare idea su alcune cose è un segno di debolezza?". Cave ha risposto che non è un segno di debolezza, e racconta come un amico e collaboratore, il regista australiano Andrew Dominik, lo abbia di recente sorpreso realizzando un nuovo video per la canzone "Tupelo".
Cave ha detto di essere scettico sull'uso dell'intelligenza artificiale da parte di Dominik, ricollegandosi ai suoi vecchi scritti sull'argomento, ma racconta che Dominik gli ha risposto: "Gesù, sospendi i tuoi fottuti pregiudizi e dai un'occhiata!". Cave lo ha fatto e ciò che ha visto lo ha conquistato.
Ecco come ha descritto la reazione che lui e sua moglie hanno avuto vedendo la clip: “Con nostra sorpresa, abbiamo scoperto che si trattava di un'interpretazione straordinariamente profonda della canzone: una rivisitazione emozionante, commovente e del tutto originale di "Tupelo", ricca di miti e un toccante tributo al grande Elvis Presley, oltre che alla canzone stessa. Le fotografie di Elvis animate dall'intelligenza artificiale avevano un che di inquietante, come se fosse stato resuscitato, e le immagini della crocifissione-resurrezione alla fine erano allo stesso tempo scioccanti e profondamente toccanti. Io e Susie siamo rimasti senza parole. Mentre guardavo il piccolo film surreale di Andrew, ho sentito attenuarsi la mia visione dell'intelligenza artificiale come strumento artistico. In un certo senso, la mia opinione era cambiata. 'È uno strumento, come tutti gli altri', disse Andrew.”