Il concerto come viaggio e racconto: Cesare Cremonini a San Siro

Dall'Alaska ai portici di Bologna allo stadio milanese: lo show del cantautore, con Carboni ed Elisa

“Non voglio più viaggiare da solo”, dice Cesare Cremonini al pubblico di San Siro: il viaggio in America che ha dato vita ad “Alaska baby” è ora diventato un grande show cinematograficoo  che vuole viaggiare lontano dai modelli classici dei concerti da stadio. Un racconto attraverso una scaletta di 27 canzoni per due ore e mezza di musica e di immagini su un megaschermo di 65 metri per 22, che fa viaggiare i 55 mila dello stadio tra aurore boreali e albe rosa, montagne innevate, deserti, oceani, fino ai portici di Bologna che incorniciano il duetto con Luca Carboni su “San Luca”, un ritorno a casa che è il momento più toccante della serata.

Quello verso l’Alaska fu un viaggio pressoché in solitaria, alla ricerca di sé stesso, da cui sono nate la musica e le canzoni che ora porta sul palco e condivide con il suo pubblico. “Questo concerto è collegato all’album, è il più lungo della mia carriera, non per bulimia ma perché è un racconto”, ci ha spiegato il cantautore, prima dello show. “Solitamente nelle scalette si parte dalle hit, in questo caso ho fatto l’opposto: sono partito dall’album e ho costruito lo show attorno a otto canzoni”.
Una macchina spettacolare che è solo al debutto: dopo la data zero a Lignano, quella allo stadio milanese è stata la vera “prima” – ma sono solo le prime tappe di un progetto che, annuncia, durerà più di due anni, una produzione che già nel 2026 passerà dagli stadi a spazi aperti come il Circo Massimo, l’Ippodromo di Milano e un nuovo spazio nell’autodromo di Imola.

15 giugno 2025 - Stadio San Siro - Milano - Cesare Cremonini in concerto

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Un blockbuster musicale - "Ma non dò nulla per scontato"

Intanto ci sono queste 12 date, tutte sold out da mesi – in un’estate in cui in diversi casi ci sono state vendite sotto le attese, annullamenti e rinvii, “Cremonini Live 25” è un blockbuster. “Il concerto è un progetto artistico, al di là dei numeri, che fanno piacere ovviamente. Io sono arrivato a fare un Forum di Assago dopo 12 anni di carriera – mi ricordo ancora le sensazioni della mattina dopo – e non do nulla per scontato”.
Megaschermi ed effetti speciali, ma tutto parte dalle canzoni, con diversi riarrangiamenti e una nuova parte di produzione musicale, di frammenti di musica elettronica che legano le canzoni e il racconto, curati da Alessandro Natalizia/Not Waving, che aveva co-prodotto l’album: “Abbiamo preso tutto il repertorio e dove abbiamo ritenuto necessario ci abbiamo messo mano”, racconta Cremonini. Per esempio il passaggio da “Un’alba rosa” – visivamente uno dei momenti più spettacolari dello show – ad “Acrobati” è legato da uno di questi momenti musicali, in cui emerge sul palco un piano ghiacciato e Cremonini canta circondato da un coreografia con ballerini e cerchi led luminosi.

Le canzoni del nuovo album sono il centro emotivo e narrativo della serata, ma dopo 25 anni Cremonini ha un repertorio impressionante: il concerto non è concepito come un “greatest hits”, ma di fatto lo è, perché si apre con “Alaska baby” e l’aurora boreale ricreata sullo schermo, ma dopo arrivano subito “Dicono di me”, “Padre madre”, “Il comico” e “Ora che non ho più te” – la più recente ma già accolta come un classico: quasi da subito divebta difficile sentire la voce di Cremonini, sommersa dai cori dello stadio.

Nella prima parte dello spettacolo Cremonini sembra molto emozionato - non ci si abitua mai a San Siro, anche se non è la prima volta - poi lo spettacolo decolla soprattutto nella seconda parte, dove c’è un grande equilibrio tra le dimensione suonata e lo spettacolo dei visual. Ma tutto lo show è costruito come un grande film, un unico flusso narrativo e musicale, con alti e bassi, diversi atti che si fondono: così, dopo la parte al piano solo (“Vieni a vedere perché”, “Le sei e ventisei”) arriva la delicatezza introspettiva di “Ragazze facili”, a cui si contrappone il crescendo di “Mondo” (con un’altra bella introduzione musicale, questa volta elettronica), quindi l’esplosione di energia di “Logico” e “Grey Goose”.
Poi è il momento degli ospiti: Elisa in “Aurore boreali”, Luca Carboni in “San Luca” che si prende l’ovazione di San Siro. Emozione pura, per Carboni e per lo stadio, prima del finale con classici tra i classici, “50 special”, “Marmellata #25”, “Poetica”, “Nessuno vuole essere Robin”, “Un giorno migliore”.
In mezzo anche un bel momento musicale più minimale con “Figlio di un re”, con Cremonini alla fisarmonica e la band a centro stadio, tra “Libertango” e filuzzi, il liscio bolognese. Cremonini ci ha raccontato che a Bologna potrebbe usare lo strumento, che studia da un paio d’anni, per un tributo – ma non sveliamo la sorpresa, sperando che si concretizzi.

I numeri della produzione

Durante la conferenza stampa che ha preceduto lo show, Cremonini ha fatto una battuta sui “chili di coriandoli”, interpretabile come un bonario rimbrotto a dei colleghi che ne avevano parlato nei giorni scorsi a proposito del loro concerto. Più che i numeri dei  coriandoli - che ci sono anche nello show di Cremonini, sparati subito nella prima canzone, assieme ai fuochi d’artificio che compaiono all’inizio e poi su “Poetica” - vengono così in questo caso comunicati i numeri dello show: oltre al già citato schermo da 65 per 22 metri, ci sono oltre 660 proiettori LED, 30 macchine del fumo e laser, 10 cerchi luminosi su automazioni, un sistema laser da 270 watt. Il tutto impiega oltre 200 persone e più di 150 operatori, che si spostano con 45 bilici, di cui 15 solo per le strutture palco.
Per San Siro è stato progettato un sistema originale di delay per coprire adeguatamente ogni parte dello stadio, con un suono curato da Marco Monforte e Marc Carolan, fonico dei Muse. La direzione creativa è di Claudio Santucci di GiòForma – storico collaboratore di Cremonini – con la produzione visiva di NorthHouse, studio creativo londinese; il light design è curato da Mamo Pozzoli, mentre la regista Erika Rombaldoni ha curato le coreografie degli otto performer sul palco.

Fiducia e credibilità

Stasera si replica di nuovo a Milano – ci sarà ancora Luca Carboni, ma non Elisa, che mercoledì avrà il suo debutto da headliner a San Siro. Carboni sarà di nuovo presente anche a Bologna (ovviamente) e verrà coinvolto in più date possibili, spiega Cremonini. A Roma ci sarà Jovanotti (che stasera è apparso in video durante “Mondo”, come da tradizione).
Nell’attesa dei concerti per il 2026 – che avranno la stessa produzione, con qualche possibile variazione nelle canzoni – non ci dovrebbero essere altre uscite discografiche, anche se Cremonini racconta che in questa fase gli piace molto collaborare e non esclude qualche possibile sorpresa.
“Voglio superare quello che ho fatto in passato”, spiega Cremonini. “Ho costruito una fiducia che il mondo dello spettacolo chiama credibilità: voglio essere un artista che si mette in gioco, che continua a dire qualcosa, che non si siede sugli allori”.

SCALETTA:

"Alaska Baby”
"Dicono di me"
"PadreMadre"
"Il comico (Sai che risate)"
"La ragazza del futuro"
"Ora che non ho più te"
"La nuova stella di Broadway"
"Buon viaggio (Share the love)"
"Lost in the weekend"
“Acrobati" 
"Vieni a vedere perché"
"Le sei e ventisei"
"Ragazze facili"
"Un'alba rosa"

"Mondo"
"Logico #1"
"Grey Goose"
“Aurore boreali” (Con Elisa)
"Nonostante tutto"
"Figlio di un re""San Luca” (con Luca Carboni)

"50 Special"
"Marmellata #25"
"Poetica"
"Nessuno vuole essere Robin"
"Un giorno migliore”

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