Kirk Hammett e le parole dette a Kurt Cobain su "Nevermind"
A margine di una recente chiacchierata con Brian Hiatt per il podcast dell'edizione statunitense di "Rolling Stone", durante la quale ha anche fatto sapere di avere 767 riff pronti per il nuovo album dei Metallica e un nuovo progetto solista in arrivo, Kirk Hammett ha riflettuto sul suo amore per il movimento alternativo nato tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. Durante l'intervista, il chitarrista dei Four Horsemen ha così ricordato le parole di incoraggiamento che condivise con Kurt Cobain dopo aver ascoltato "Nevermind" dei Nirvana.
"Non ho mai avuto problemi con il grunge. Anzi, lo adoravo", ha dichiarato il sodale di James Hetfield: "Pensavo fosse qualcosa di grandioso. E c’è un sacco di roba uscita in quel periodo che ascolto tantissimo ancora oggi, come Nirvana, Soundgarden, Alice in Chains e Mudhoney".
La chiacchierata ha quindi offerto occasione per parlare della ben nota passione di Cobain per i Metallica: "Kurt mi disse che adorava 'Ride the lightning', e c’è un riff in 'Bleach' che mi ricorda proprio quel disco", ha raccontato Hammett: "Kurt era un ragazzo straordinario. Si vedeva che era timido. Si vedeva che era più un osservatore che un partecipante, capisci?".
Kirk Hammett ha poi ricordato la sera in cui vide i Nirvana suonare all’Hollywood Palladium, dopo aver ricevuto una copia in anteprima di "Nevermind". "Sono andato nel backstage e ho detto: ‘Kurt, 'Nevermind' sarà enorme’", ha ricordato il chitarrista: "E lui: ‘No, non lo sarà.’ Io gli ho risposto: ‘Sì che lo sarà.’" Ha proseguito: "Poi l’ho detto anche a Krist Novoselic: ‘Amico, questo album sarà enorme.’ E lui: ‘Dici?’ Io: ‘Ne sono sicuro'".
Con la previsione poi avverata, Hammett ha successivamente narrato di aver notato all'epoca un cambiamento nei Nirvana, in particolare in Kurt, quando la band venne travolta dal successo dopo l'uscita del secondo album nel 1991. "I Nirvana, all’epoca, prima della fama, erano una grande band con intenzioni molto pure", ha affermato il chitarrista: "Salivano sul palco e spaccavano il culo. Quando arrivò la fama, Kurt sviluppò un certo atteggiamento che influenzò le loro esibizioni dal vivo. E a qualcuno quella cosa piaceva. Io ho notato la differenza". Ha continuato: "Era evidente, perché prima andavano semplicemente sul palco e suonavano, e si vedeva che era completamente preso dalla musica, che amava davvero il supporto del pubblico. Penso che sentisse di meritarselo e di aver lavorato per ottenerlo. Ma quando arrivarono tutti gli elogi e la dannata celebrità, la cosa gli diede molto fastidio, perché non era il tipo di persona a cui piaceva tutto ciò."