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Levante: “Follemente” non è solo una colonna sonora

La canzone segna il ritorno della cantautrice, che sta lavorando al nuovo album.
Levante: “Follemente” non è solo una colonna sonora
Credits: Kimberley Ross

Un ritorno al cinema per la musica della cantautrice Levante che, dopo aver scritto l’intera colonna sonora del film di Pilar Fogliati, “Romantiche”, uscito nel 2023, si cimenta in un’altra avventura. Suo è infatti, il brano “Follemente”, scelto per la colonna sonora dell’omonimo film di Paolo Genovese. Un singolo che accende una nuova luce, dopo una naturale pausa a fronte di un lungo e importante tour nei teatri nel 2024 e la pubblicazione di “Manuale distruzione - 10 anni dopo”, e segna la strada che porterà l’artista a pubblicare un nuovo album. “Ah, se avessi solo un po' del tuo coraggio. Sarei adesso tutto quello che non sono stata mai. Ah-ah, ah, se questa è la misura del tuo abbraccio. Dovrò follemente scegliere di andare via da noi”, canta Levante nel brano che è una lunga cavalcata dentro i sentimenti.

“Il film di Genovese? Non l’ho ancora visto – ha raccontato con sincerità a Repubblica - giuro. Mi hanno mandato la sinossi, che mi ha conquistata, in autunno, chiedendomi un pezzo per i titoli di coda. È già tanto che mi abbiano trovata, sto scrivendo il nuovo album tumulata nel mio studio seminterrato. Questa canzone, che ora s’intitola ‘Follemente’, era già pronta e, credo, adatta. Il dubbio è solo sul finale: parlo di due che si aprono a vicenda, ma poi si lasciano, magari il film termina bene”. La pellicola è la storia di un primo appuntamento, è una commedia che fa entrare lo spettatore nei pensieri dei due protagonisti per scoprire i meccanismi misteriosi che fanno agire gli esseri umani. Le varie personalità hanno voce e corpo e le vediamo discutere, litigare, gioire e commuoversi per cercare di avere il sopravvento e prendere la decisione finale. Sempre nell’intervista per Repubblica le è stato chiesto che cosa pensa di Giorgia, del fatto che si sia lamentata del podio al maschile di Sanremo. “È vero e mi dispiace. La gara lascia il tempo che trova, entrano fattori – la simpatia, l’attesa – imponderabili. Ero sicura che Joan Thiele, per esempio, arrivasse più su. Ma non penso che il Paese non voti le donne, altrimenti il podio del 2024 non ci sarebbe stato. È che siamo svantaggiate: l’industria non ci supporta a nessun livello, pregiudizi e disparità sono ovunque. Le classifiche sono le conseguenze”.

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