Shablo & Co. e Lucio Corsi: è stato il Sanremo degli outsider

La rivincita del rap old school di Shablo, Guè, Joshua e Tormento da un lato, quella dell'anti-fenomeno Lucio Corsi e del suo manifesto "Volevo essere un duro" dall'altro: quello che si è da poco concluso è stato il Festival di Sanremo degli outsider. Il produttore di origine argentina - ma naturalizzato italiano - con "La mia parola" ha omaggiato insieme a Guè, a Joshua e a Tormento dei Sottotono le sonorità e le atmosfere del rap italiano degli anni d'oro a cavallo tra i '90 e i Duemila, quando il genere era ancora una sottocultura e non era il mainstream. Musicalmente parlando, il brano è stato uno dei più sfiziosi tra quelli portati in gara da Carlo Conti (per non parlare del duetto con Neffa nella serata delle cover nel mash up tra "Amor de mi vida" degli stessi Sottotono e la sua "Aspettando il sole"). Nonostante il diciottesimo posto nella classifica sanremese, il quartetto si prende una rivincita per il "Paese reale", piazzandosi al decimo posto nella classifica Fimi/Gfk dei singoli più ascoltati e scaricati in Italia nell'ultima settimana. Ma il vero personaggio del Festival 2025 è ufficialmente Lucio Corsi: la scommessa del conduttore e direttore artistico fiorentino si è rivelata vincente. Secondo classificato all'Ariston, dietro a Olly, che lo ha battuto per una manciata di voti (la differenza tra i due in termini percentuali era dello 0,4%), con la sua "Volevo essere un duro" il cantautore maremmano conquista tutti e si piazza al quarto posto della classifica settimanale Fimi/Gfk. A celebrare i trionfi sanremesi ci pensa la playlist che trovate qui sotto, che potete ascoltare cliccando su "play".
Tra gli artisti che escono da vincitori dall'Ariston c'è sicuramente anche Brunori Sas. Il 47enne cantautore calabrese grazie al Festival di Sanremo ha conquistato quella dimensione nazionalpopolare che in questi anni non era mai riuscito a prendersi, nonostante canzoni come "La verità" o "Per due come noi". Terzo classificato al Festival dietro a Olly e a Lucio Corsi, con l'album "L'albero delle noci" - intitolato come la canzone sanremese e pubblicato alla vigilia della finale della kermesse - Dario Brunori conquista la medaglia d'argento nella classifica Fimi/Gfk degli album più venduti e ascoltati in Italia negli ultimi sette giorni (qui la nostra recensione).
Il successo nazionalpopolare, in un modo o nell'altro, l'ha conquistato anche Tony Effe, che se prima di Sanremo era un oggetto non identificato dal grande pubblico, tra polemiche e quant'altro è riuscito a farsi conoscere. La sua "Damme 'na mano", che all'Ariston si era dovuta accontentare solo del venticinquesimo posto (su ventinove), nella classifica Fimi/Gfk sale fino alla nona posizione.
Elodie con "Dimenticarsi alle 7" ha piazzato un altro tassello in vista dell'uscita del nuovo album, dopo "Black Nirvana" e il duetto con Tiziano Ferro su "Feeling", prevista prima dei due appuntamenti negli stadi di Milano e Napoli dell'8 e 12 giugno.
Tornando agli outsider, nella categoria rientrava anche Rkomi. Archiviata la partecipazione del 2022 con "Insuperabile", il rapper milanese con "Il ritmo delle cose" è tornato all'attitudine e allo stile degli esordi. Se nel singolo "Odio, quindi sono", uscito a dicembre, all'indomani dell'annuncio del ritorno all'Ariston, si sfogava contro “chi mi spiega l’arte che, cazzo, è soltanto marketing”, nel brano sanremese ha criticato i ritmi dell'industria discografica: "Non mi è più chiaro se sia musica o burocrazia". Al Festival è arrivato solo ventottesimo, ma il brano è stato accolto con entusiasmo dal pubblico, tanto da guadagnarsi la dodicesima posizione della classifica Fimi/Gfk, a una settimana dalla finale della kermesse.