Achille Lauro: “Il nuovo album? Si ispira ai grandi cantautori”

Achille Lauro si trasforma un’altra volta, o meglio ancora: tira un filo rosso con cui prova a legare tutta la sua carriera. Dalla trap al rock, passando per il pop arrivando fino al cantautorato, il mondo che oggi sente più vicino a sé. Un universo che porterà all'Ariston di Sanremo.
Un album cantautorale
“Dal 2021 non pubblico un album, ho lavorato tanto sulla musica in questi anni – spiega in un incontro con i media – ‘1969’ è stato un disco importante, uscito nel 2019, poi nel 2020 ho pubblicato tre progetti differenti che hanno raccontato un secolo a livello musicale. Io sono cresciuto con il cantautorato, la musica che sto scrivendo rilegge quel mondo, si lascia ispirare dai grandi cantautori. Il mio nuovo album, di cui fanno parte ‘Amore disperato’ e il brano sanremese ‘Incoscienti giovani’, uscirà prima dell’estate. Sarà un 2025 ricchissimo perché uscirà anche un altro disco, sperimentale, legato alla fondazione ‘Ragazzi Madre’ che aiuta giovani in difficoltà”.
Il nuovo progetto verrà presentato con un doppio concerto al Circo Massimo di Roma: 29 giugno e primo luglio, queste le date. Ma dove si colloca “Incoscienti giovani”? “Ho cambiato 500 generi, sono un cavallo pazzo. Il mio primo lavoro in carriera fu un mixtape, ‘Barabba mixtape’, un grido di disperazione di ragazzi malati di vuoto. Ecco, c’è un filo rosso che da lì passa per tutto quello che ho fatto e arriva a oggi, ho sempre parlato di anime ai margini – prosegue – ‘Incoscienti giovani’ parla della mia storia. Di giovani tormentati, cresciuti ai bordi. È una dedica a chi è cresciuto come me e con me. Al centro c’è una bambina. Potrebbe essere il mio grande amore, potrebbe essere mia madre, potrei essere io. Questa bambina non si sente amata”.
Racconto personale e autori
Nel raccontare i suoi nuovi brani, Lauro parla di “canzoni personali”. “Amore disperato” è stata scritta con Federica Abbate e Olly, mentre “Incoscienti giovani” vede accreditati Davide Simonetta, Paolo Antonacci, Simon Pietro Manzari, Gregori Calculli, Matteo Ciceroni, Daniele Nelli. Qual è il confine tra viaggio personale e lavoro di team? “Il 99% delle mie canzoni l’ho scritto io – argomenta – è successo che accreditassi autori per due parole suggerite per scherzo perché amo la condivisione. Si sente che sono canzoni mie, nelle ambientazioni, nei sentimenti. Io non penso di essere un grande interprete, si percepisce che sono pezzi miei”.
No gossip
Schiva le domande sul gossip, su Fedez e Chiara Ferragni, mettendo al centro la musica. “Cerco di lasciare il gossip a chi ha solo questo per poter esistere. Io vivo alienato da tutto questo. Si parla tanto di violenza sulle donne e questo modo di raccontare certe storie non è molto diverso”, sottolinea. Per la quarta volta in gara sul palco dell’Ariston, più le esibizioni del 2021 dove, fuori dalla competizione, come ospite riproduceva dei “quadri” mettendo in scena rappresentazioni artistiche, Achille Lauro, a questo giro, vuole portare un’ennesima nuova versione di sé: “Questo è un Sanremo diverso. Torno in una veste nuova. Io non ho mai voluto stupire gli altri, ma in primis me stesso. Nel pensare alle mie performance, mi sono ispirato alle grandi rockstar degli anni ’70. Questa volta il filo conduttore sarà l’eleganza”. E il rapporto con Boss Doms, sua storica spalla? “Con Doms non ho mai discusso. È un genio visionario. Lavoriamo ancora insieme”, dirada ogni dubbio.
Tutti i Sanremo di Lauro
La storia di Lauro è ormai strettamente legata a quella del Festival in cui, grazie al lavoro di Nick Cerioni, ha lasciato il segno anche dal punto di vista visivo. Nel 2019 partecipò da outsider con “Rolls Royce”, ridisegnandosi a livello sonoro e stilistico, passando da un mondo trap a uno più rock. Fu un successo. È seguita poi la partecipazione del 2020, quella con “Me ne frego”, accompagnata dai vari cambi di outfit che accesero le varie serate. Nel 2021 poi fu ospite esibendosi con cinque performance associate a cinque “quadri”. Il ritorno in gara, poi, nel 2022, con “Domenica”, ma non riuscì a svettare come in passato. In questa edizione del Festival ritorna sull’onda di una popolarità rafforzata grazie a X Factor, dove ha vestito i panni del giudice. “Quello che ho fatto a Sanremo in questi anni ero io. Ho letto commenti del tipo ‘è solo un prodotto di marketing’. Non è così, è lavoro, sono notti senza dormire a pensare alle performance”, ribatte.
La serata delle cover
Nella serata delle cover, come consentito quest’anno, ha scelto di duettare con un’altra partecipante. Si tratta di Elodie. Insieme canteranno e omaggeranno “A mano a mano” di Riccardo Cocciante e “Folle città” di Loredana Bertè. “Omaggeremo Roma. Sono anni che volevo duettare con Elodie. Lei non è solo una cantante, è un'artista che vive quello che dice. Ho scelto ‘A mano a mano’, brano di Cocciante, nella versione di Gaetano, perché è il simbolo della mia adolescenza – conclude - Rino ha frequentato la Roma che conosco e che ho vissuto. Elodie ha scelto il pezzo di Loredana ed è perfetto perché parla di una città folle che si ama e da cui non si riesce a scappare”.