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Addio a Cola Boyy

Il musicista californiano aveva 34 anni e da tempo viveva in Francia.
Addio a Cola Boyy

Matthew Urango, noto come Cola Boyy, è stato un musicista californiano che ha lavorato in ambito revival del funk. 

Nato nel 1990 a Oxnard, California, da una famiglia modesta (padre afroamericano e madre di origini scozzesi e portoghesi), ha subito l'amputazione di una gamba ed è stato privato di parte della capacità polmonare a causa di una malformazione della colonna vertebrale e una brutta polmonite lo ha portato a un passo dalla morte. Cola Boyy ha trasformato le sue esperienze e drammatiche vicissitudini in fonte di ispirazione per la sua musica.

Grazie alla sua pensione per invalidità maturata per i suoi problemi fisici, si è potuto dedicare interamente alla sua passione per la musica, diventando noto per i suoi singoli coinvolgenti e i testi che promuovevano l'emancipazione e la resistenza come dimostra “Don't Forget Your Neighborhood” (che vede la presenza degli australiani The Avalanches).

Cola Boyy è stato anche attivo nel sostegno delle organizzazioni antirazziste e popolari e ha trovato un'accoglienza positiva in Francia, che è divenuta la sua seconda patria e dove ha prodotto il primo album. Il suo approccio all'attivismo musicale, combinato con la sua creatività e cura per i dettagli nella produzione musicale, lo hanno reso un modello di politicizzazione musicale. 

La sua carriera inizia quando, postando la sua musica da discoteca su Soundcloud, viene notato dalla Record Makers, che pubblica, nel 2018, il suo primo singolo “Penny Girl”, un discreto successo che portò ad un EP lo stesso anno. Dopo altri due singoli (“All Power to the People” e una cover di “To Be Rich Should Be a Crime” di Jeb Loy Nichols), in cui condivide le sue posizioni comuniste-internazionaliste, Cola Boyy viene scoperto da Andrew VanWyngarden, cantante e frontman degli MGMT, che gli propone di aprire i concerti durante il tour della band per l' album “Little Dark Age”.

In Francia – che considerava la sua seconda casa – ha avuto l'opportunità di produrre il suo primo disco, “Prosthetic Boombox”, l'occasione per cristallizzare in un album il suo impegno: lui che, come ha raccontato a The Fader, vedeva la musica come il suo hobby e l'attivismo come la sua attività principale.

Della sua scomparsa prematura, avvenuta domenica scorsa come comunicato via social dall’etichetta Record Makers, non si conoscono ancora le cause.

 

 

 

 

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