Fabrizio De André: i primi quattro album, spiegati

Speciali ristampe dei dischi che rappresentano la corposa eredità artistica e culturale del grande artista genovese, inediti libricini con i testi delle canzoni, annotazioni autografe del cantautore, pensieri, riflessioni, commenti, estratti di interviste inerenti alle canzoni e agli album e le riproduzioni di alcuni scritti inediti conservati al Centro studi a lui dedicato dell'università degli Studi di Siena: la Fondazione Fabrizio De André Onlus e Sony Music Italia si preparano ad aprire gli scrigni di Fabrizio De André, nel venticinquesimo anniversario della sua scomparsa (era l'11 gennaio 1999). Debutterà questo venerdì, 16 febbraio, con l'uscita delle prime quattro attesissime riedizioni dei suoi dischi in studio (è possibile preordinare i cofanetti cliccando qui), il progetto "Way Point. Da dove venite... Dove andate?", per ripercorrere la storia dell'amato cantautore attraverso le sue parole, il suo pensiero, la sua visione e i suoi “viaggi”, attuali ancora oggi.
Il progetto celebra e consegna alle nuove generazioni l'eredità artistica e culturale di uno degli artisti italiani più seguiti e influenti, sottolineando come la genialità e la profondità delle sue parole e la sua visione unica continuino a ispirare. I dischi di De André tornano nei negozi e le uscite seguono l'ordine cronologico originale. Se si esclude la raccolta "Tutto Fabrizio De André" del 1966, che conteneva brani già pubblicati su singoli a 45 giri dall'etichetta discografica Karim negli anni precedenti, a partire dal 1963, la serie non poteva non partire con il classico "Volume 1", pubblicato nel 1967 e considerato a tutti gli effetti come il primo album in studio di Fabrizio De André. E sempre venerdì usciranno anche le riedizioni di "Tutti morimmo a stento", "Volume 3" e "La buona novella".
La storia di "Volume 1"
È uno degli album più rappresentativi della carriera di Fabrizio De André. Contiene canzoni come "Via del Campo" e "Bocca di rosa", accompagnate nel nuovo booklet da testi autografi e commenti di Faber inerenti le canzoni. Segna un momento cruciale nella carriera di De André, poiché rappresenta il suo debutto discografico come solista dopo le prime esperienze. Al centro dell'album c'è l'abilità del cantautore genovese - che nel 1967 aveva 27 anni - nel raccontare storie umane universali. Brani come "La canzone di Barbara" offrono una finestra sulle vite delle persone comuni: De André si rivela sin da subito capace di dare voce a chi è trascurato dalla società, trasformando le esperienze degli "ultimi" in poesia musicale. Uno dei pezzi salienti dell'album è "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers", una ballata epica che mescola abilmente la storia con la fantasia: attraverso le parole cantate da De André, siamo trasportati indietro nel tempo.
La storia di "Tutti morimmo a stento"
Il disco, uscito nel 1968, rappresenta il primo concept album dell’artista, le cui riflessioni presenti nel booklet ci riportano alla genesi dell’opera accompagnandoci canzone per canzone. Accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico dell'epoca, consolidò ulteriormente la reputazione di De André come uno dei più grandi cantautori italiani della sua generazione. L'artista si ispirò alla poesia di Charles Baudelaire, alle opere di Vladimir Majakovskij e a una varietà di esperienze personali. Attraverso la sua musica, De André esplorò in questo disco temi universali come l'amore, la morte, la solitudine e la disperazione, portando alla luce le contraddizioni e le sfumature dell'esistenza umana: da "Cantico dei drogati" a "Ballata degli impiccati", l'opera è mozzafiato.
La storia di "Volume 3"
Pubblicato, come il precedente, nel 1968, il disco contiene anche nuove versioni di canzoni già pubblicate precedentemente dall’etichetta discografica Karim, tra cui "La canzone di Marinella". Tra le pagine che compongono il nuovo libretto si trovano alcuni appunti autografi di lavorazione, relativi alla nascita de “La ballata dell’eroe” e alcuni commenti ai brani tratti anche dagli appunti autografi, come nel caso de “La guerra di Piero”.
La storia de "La buona novella"
Ispirata ai vangeli apocrifi, l'opera - perché di opera bisogna parlare, di fronte a certi capolavori - uscì nel 1970. La riedizione presenta commenti e autografi, tra i quali anche appunti inediti, con cui ripercorrere la nascita del disco e i contenuti sviluppati da De André nel progetto. In questo disco, con la sua sensibilità poetica, il cantautore genovese offrì una visione alternativa dei personaggi e degli eventi evangelici, trasformandoli in potenti allegorie di vita e speranza. "Il ritorno di Giuseppe" rilegge la storia di Giuseppe e Maria, mentre "Maria nella bottega del falegname" ci presenta una Maria diversa da quella che ci è stata tradizionalmente tramandata, più umana e complessa. Ma forse il momento culminante di "La Buona Novella" è la traccia omonima, una lunga suite che narra la vita e la morte di Gesù Cristo: De André ci guida attraverso gli eventi chiave della vita di Gesù, offrendo una visione personale e provocatoria della sua missione e del destino del Messia.
"Way Point. Da dove venite... Dove andate?” si sviluppa lungo tutto il 2024 con varie iniziative. Gli album saranno ristampati in versione LP nero 180 gr e CD.
Queste tutte le ristampe previste:
Volume 1
Tutti morimmo a stento
Volume 3
La buona novella
Non al denaro non all’amore né al cielo
Storia di un impiegato
Canzoni
Volume 8
Rimini
Fabrizio De André / L’Indiano
Crêuza de mä
Nuvole
Anime Salve
Singoli