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Dopo una lunga depressione, il ritorno di Skrillex

L'artista statunitense nel 2023 ha pubblicato due album: "Quest for fire" e "Don't get too close"
Dopo una lunga depressione, il ritorno di Skrillex

All'ufficio anagrafe di Los Angeles, dove è nato il 15 gennaio 1988, è registrato come Sonny John Moore, ma per le vicende musicali si è dato lo pseudonimo di Skrillex. Musicista, cantante, dj e produttore lo scorso anno dopo un silenzio protrattosi per nove lunghi anni nel giro di una manciata di giorni pubblicò ben due album: "Quest for fire" e "Don't get too close". Riportiamo più sotto la nostra recensione di quest'ultimo disco, per festeggiare i suoi 36 anni.

Come abbiamo più volte scritto si tratta di uno degli artisti di nuova generazione più influenti per la sua abilità di far abbracciare generi e immaginari diversi grazie all’energia della musica, capace di traghettare la dubstep nel mainstream. Il suo ultimo album, il primo, era del 2014, si tratta di “Recess”, il ritorno sulle scene, con un progetto strutturato, a distanza di nove anni si intitola “Quest for Fire”. Ma quest’ultimo per Skrillex è solo il primo tassello di un doppio progetto. L’artista, infatti, a distanza di pochi giorni dal lancio del primo disco, ha sorpreso i fan pubblicando un altro album, “Don't Get Too Close”, proprio durante la sua esibizione dal vivo al Madison Square Garden insieme a Fred again e Four Tet alla vigilia della release.

Un tridente di divinità dell’elettronica il cui incontro è diventato un momento dalla portata storica per amanti del genere. Le collaborazioni di questo secondo capitolo includono Bibi Bourelly, Justin Bieber, Kid Cudi, Chief Keef, Swae Lee, Yung Lean, Bladee, PinkPantheress e altri. “Don't Get Too Close” ha un’ispirazione più pop e contaminata con il rap/urban: qui il produttore e dj riversa ogni grammo di abilità e personalità nelle canzoni, creando un album altamente personale e riconoscibile con piccoli universi incorporati in ogni brano, che però hanno il dichiarato intento di essere più accomodanti e “per tutti”.

E questo non è certo un punto a sfavore, ma nella sua complessità “Don't Get Too Close” risulta meno carismatico rispetto a “Quest for Fire”, un ottimo album in cui l’anima di Skrillex scalpita di più ed è più avventurosa e a tratti imprevedibile. In “Don't Get Too Close” il sound è più morbido, per nulla schizofrenico o dark, ma leggero e caldo. È proprio un’impostazione radicalmente diversa rispetto alla prima uscita. Gli ospiti chiamati a raccolta, fra cui svettano Justin Bieber, Kid Cudi, Anthony Green e la sempre più interessante PinkPantheress, si muovono bene sui tessuti sonori di Skrillex, che dopo un silenzio e una depressione lunghissima sembra aver ritrovato un estro creativo straripante. Ecco, questa è la notizia più importante: due album a distanza di pochi giorni uno dall’altro non possono che farci gridare dal cuore: Sonny is back.

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