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Il primo compleanno di Sinead O’Connor senza Sinead O’Connor

Oggi l'artista irlandese avrebbe compiuto 57 anni: la ricordiamo così.
Il primo compleanno di Sinead O’Connor senza Sinead O’Connor

Madonna nel suo “Celebration tour”, che sta riscuotendo trionfi ovunque in Europa, ha voluto il suo faccione tra quello dei grandi rivoluzionari del Novecento che compaiono sul maxischermo alle sue spalle sulle note della nuova versione “combat” di “Don’t cry for me Argentina”: Sinead O’Connor figura accanto a Che Guevara, Martin Luther King e Malcolm X, tra gli altri. La cantautrice e produttrice discografica statunitense Maren Morris, considerata una delle maggiori star del country a stelle e strisce contemporaneo, l’ha citata la scorsa settimana all’evento Hitmakers di Variety - la bibbia dello show biz statunitense - tra le sue eroine musicali: “Le Chicks, Sinead O’Connor, Billie Holiday erano grandi rompiscatole. E io ho capito che dovevo diventare come loro. Le Chicks criticarono un presidente degli Usa in carica per acver invaso l’Iraq, al culmine della loro carriera musicale. Sinead fece luce sugli abusi della chiesa cattolica al Saturday Night Live, Billie cantò ‘Strange fruit’ per protesta nonostante fosse minacciata da un’indagine dell’Fbi a sfondo razziale”, ha detto. La band indie dei Boygenius ha pubblicato una cover della canzone folk “The parting Glass” facendo sapere che devolverà tutto il ricavato dalla vendita a Aisling Project, associazione di beneficenza cara alla compianta cantautrice irlandese. Il mondo della musica - il mondo in generale - non dimentica Sinead O’Connor. L’eredità artistica e filosofica della voce di “Nothing compares 2 U”, che oggi avrebbe compiuto 57 anni, è più viva che mai. E oltremanica si parla di un biopic che potrebbe far rivivere sul grande schermo la sua parabola umana e artistica.

In questi giorni, dopo la scomparsa di Shane MacGowan, legatissimo a Sinead, è tornato a circolare con insistenza sui social - ed è stato riscoperto anche da diversi siti - un vecchio filmato di un programma della tv irlandese di cui le due rockstar furono entrambe ospiti, nel 1995. Si parlava di “Haunted”, canzone originariamente scritta e incisa da Shane MacGowan e i suoi Pogues per la colonna sonora del film “Sid and Nancy”, sulla vita spericolata di Sid Vicious e Nancy Spungen, prima che il cantautore irlandese ne incidesse proprio nel 1995 una nuova versione in duetto con Sinead per la colonna sonora di “Two if by Sea”. I fantasmi del testo erano quelli degli stessi Vicious e Spungen, il primo morto nel 1979 e la seconda ritrovata morta sul pavimento del bagno di una stanza del Chelsea Hotel pochi mesi prima, nell’ottobre del 1978. Nell’intervista si affrontò anche la tematica della morte: “Se riesci a superare la nascita, che è il passaggio più difficile, allora la morte sarà probabilmente un gioco da ragazzi”, filosofeggiava Sinead O’Connor.

Il legame tra la cantautrice irlandese e il frontman dei Pogues è stato omaggiato anche da Nick Cave in un lungo testo pubblicato negli scorsi giorni sul suo blog “The red hand files”. Ricordando MacGowan, il leader dei Bad Seeds ha raccontato di quella volta che incontrò Sinead in occasione dello show del sessantesimo compleanno del collega nel 2017: “Ero a lato del palco e mi sentivo agitato e nervoso per la performance. C’erano tutti questi artisti che stavano eseguendo versioni bellissime delle canzoni di Shane. Mi sentivo un po’ fuori posto lì”. Ad aiutarlo fu proprio Sinead: “Era distante dagli altri, mezza nascosta dalle tende e con lo sguardo fisso a terra, fiera e intensa. Mi guardò, sorrise, camminò verso me e mi abbracciò. Non so bene perché ma quel gesto mi commosse. Una volta Sinéad ha detto che Shane era un angelo. Forse aveva ragione”, ha scritto Cave nel commovente tributo.

Non è un caso che Madonna l’abbia eletta tra i rivoluzionari del Novecento. Nel mondo della musica e dello spettacolo più in generale, Sinead O’Connor è stata un’artista pioniera e visionaria che con la sua impavidità punk e il suo spirito libero ha lasciato un segno indelebile, ispirando nel tempo chi è venuto dopo di lei. C’è un po’ di Sinéad anche in Britney Spears che scapoccia e si rasa i capelli a zero o in Miley Cyrus che chiude in soffitta il redditizio alter ego di Hannah Montana, distrugge il suo passato cavalcando nuda una palla demolitrice e di punto in bianco incide un disco con i Flaming Lips sfidando le ragazzine che l’avevano seguita fino a quel momento. Forse non c’è Sinead in Taylor Swift, invece: di fronte a un sopruso come quello subito dalla voce di “Shake it off” quando il potente manager Scooter Braun entrò in possesso dei master dei suoi dischi, privandola - le parole sono della Swift - “del lavoro di una vita”, anziché passare al contrattacco Sinead avrebbe chinato la testa. Troppo fragile, troppo debole, troppo indoimita per reagire con un’operazione come quella della Swift: magari avrebbe esorcizzato quel dolore a livello artistico. “Sono cresciuta con molti traumi e abusi. Non c’era terapia ai tempi. C’era la musica. E io volevo solo urlare. Poi sono entrata direttamente nel mondo della musica. Non mi sono mai presa il tempo necessario per guarire. Non ero neanche pronta per farlo”, diceva.

Ora la sua vita potrebbe rivivere in un film biografico: Sinead O’Connor, secondo quanto riferito dai media d’oltremanica, aveva cominciato a trattare con produttori e sceneggiatori già prima della sua scomparsa e si era parlato del coinvolgimento di Demi Moore per il ruolo da protagonista. Non sarà un compito facile: Sinead era un personaggio unico. “Qui tutti quanti vogliono pop star. Ma io sono una cantante di protesta. Ho dei pesi da togliermi dal petto. Non ho desiderio di fama”, aveva scritto un anno e mezzo prima di morire nell’autobiografia “Rememberings”.

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