Bresh si è “pinguinizzato”

Nell’estate dell’anno scorso è uscito il singolo, diventato un vero tormentone, “La dolce vita”: brano che vede protagoniste le voci di Fedez, Tananai, Mara Sattei. Prodotto da D.whale, la canzone, dal punto di vista musicale, è una sorta di twist. Divertente, estiva, ma fragile e di plastica, non certo un campo da gioco per chi rivendica il peso della propria scrittura, o comunque una certa attenzione alla struttura dei brani. Fedez, durante una puntata di “Muschio selvaggio” con ospite Bresh, ha svelato che originariamente, per l’uscita del brano, era stato coinvolto il rapper e cantautore genovese”. Alla fine, però, la parte cantata da Bresh non è mai entrata nella versione ufficiale e definitiva del pezzo. A spiegarne le ragioni è stato lo stesso Fedez: “Lui mi dice che il pezzo gli piace, ma che deve pensarci (aveva timore perché si sarebbe allargato a un pubblico nazional popolare che ancora non lo conosceva, apertura poi avvenuta in modo più naturale con 'Guasto d'amore', ndr). Alla fine ci ha pensato troppo ed è arrivato Tananai” (ridendo, ndr). La notizia è stata accolta con orgoglio dai fan di Bresh, il tutto riassunto con una sorta di “segue la sua strada e non fa feat di comodo”.
Questa lunga introduzione serve da tappeto rosso alla domanda che in molti oggi si stanno ponendo: ma perché, dopo i dubbi legittimi su “La dolce vita”, cantare “Nightmares” con i Pinguini Tattici Nucleari? Il problema non è certo la band bergamasca, un’ottima dimostrazione di un pop fresco all’italiana, ma la canzone in sé, che magari sfonderà in radio e regalerà tanti stream, ma che di certo non svetta né nel repertorio del cantautore genovese, sempre più distante dagli esordi rap, né in quello di Zanotti e soci. Nel brano, la voce di “Altamente mia” si è “pinguinizzata”. La canzone, scritta da Bresh, Riccardo Zanotti ed Enrico Brun e prodotta da questi ultimi due, racconta con parole semplici la travagliata fine di una storia d’amore sofferta, vissuta come se fosse una tempesta e con un epilogo contraddistinto da un vero e proprio finale da “incubo”.
Tra il cantautore genovese e la band bergamasca scorre stima reciproca, si sono visti e frequentati in più occasioni, accomunati dal merito di aver portato una ventata di nuova effervescenza nello scenario della musica italiana di oggi. E tutto quello che hanno raccolto se lo sono meritato. Alla base di questo singolo, a livello discografico, c’è senz’altro la necessità di allargare ancora il pubblico di Bresh, magari spianandogli la strada verso il Festival di Sanremo, e di consolidare, con una collaborazione, il successo granitico dei Pinguini. Un gioco, però, che se non dovesse funzionare o essere del tutto compreso dai fan, sul tema dell’identità sonora, potrebbe far più male a Bresh che ai Pinguini. Per tutte le altre uscite si può leggere qui.