Rosolo Roso: il rapper che prende per il culo i rapper

Nel brano “Sindaco”, una delle tracce simbolo del suo primo album solista “Coniglio”, Rosolo Roso gioca con le parole e tira in mezzo l’egoismo, la fame di denaro, la promiscuità, irridendo molti vizi della società di oggi. Lo fa in modo leggero, goliardico e trova anche il tempo per dissare senza alcun motivo Murubutu, rapper che da sempre scrive nel segno del conscious rap. “Papà non lavora, che cazzo ne sai? Murubutu, ti scrivo io il testo”, ghigna Rosolo Roso, all’anagrafe Rosolino Armanno, rapper e cantante campano emergente, classe ʻ96, preso sotto l’ala protettiva di Bomba Dischi (Calcutta, Ariete, Franco126 e altri).
Il disco, prodotto da G Coal, è un grande sorriso alla Joker sui pilastri, spesso surreali, che reggono in piedi una parte del rap italiano assuefatto alle tematiche gangster e a un racconto di strada talvolta macchiettistico. Rosolo Roso è una scheggia impazzita, attraverso un linguaggio folle, a volte anche utilizzando scurrilità, ribalta tutto e alle pistole risponde con i coriandoli. Il tutto utilizzando il rap come mezzo di espressione, ma di fatto perculandone alcune derivazioni. Influenzato dai lavori di Baby Keem, Club Dogo e del primo Kanye West, lʻalbum vuole destrutturare il connubio rapper/maschio alfa. Le liriche di Rosolo, che spaziano dal divertimento più spontaneo al superamento della “street credibility” sbandierata dai ghetto boy, dà vita a un lavoro atipico e personale, che diverte e regala anche qualche spunto di riflessione.
Un esempio? “Pusher Pusher” è un brano trap che affronta il tema del traffico di droga in modo atipico, in controtendenza con gli stereotipi del genere e non dimentica l’autoironia: “Il rapper medio parla di reati, ma ha levato i pezzi per fumare gratis. Ci ha visto lungo chi ha detto che avrei fatto strada una volta finito il diploma, mesi passati a mandare curriculum, non m'hanno preso neppure al McDonald”. “Nuovo G” invece prende di mira la figura del finto gangster. La cover dell’album è una citazione esplicita al film grottesco “Gummo” del regista e sceneggiatore Harmony Korine. Si tratta di un album meta-rap, unʻopera prima che galleggia fra i confini del nonsense e dellʼurban partendo da un concetto chiave: la celebrazione genuina e scanzonata della normalità, anche quella più tragica. Rosolo Roso, attivo dal 2016 fra Soundcloud e Youtube, ha iniziato nel 2020 un percorso continuativo con il producer G Coal. Sin dagli esordi lʼartista rinuncia allʼimmaginario della vita di strada raccontando un ventenne di provincia. Tra politici goffi, pusher demistificati e arresti scaturiti da banali misunderstanding, la sua narrativa vuole differenziarsi.