Quando gli Editors dimenticarono le chitarre

Nell'ottobre del 2009 l'album "In This Light and on This Evening" spiazzò i fan della band inglese

Questa sarà la settimana degli Editors che saranno impegnati in concerto in Italia il 20 ottobre al Fabrique di Milano e il 21 ottobre alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno, vicino Bologna. La band guidata da Tom Smith presenterà dal vivo le canzoni del nuovo album "EBM" (leggi qui la recensione) pubblicato circa un mese fa. Oggi però vogliamo celebrare il terzo album della formazione britannica "In This Light and on This Evening" che il 18 ottobre 2009 conquistò il primo posto della classifica di vendita in Gran Bretagna nella prima settimana dalla sua pubblicazione. Quella che potete leggere nelle righe più sotto è la nostra recensione del disco.

Già si sentono in giro i mugugni dei “fan della prima ora”: dove sono finite le chitarre? Perché tutto cambia ma nulla deve cambiare: se una band ha successo con una formula, è condannata a non spostarsi di un millimetro, se non vuole entrare nel mirino dei “criticoni”. Con i due dischi precedenti, gli Editors si erano guadagnati una grande credibilità, fino a diventare uno dei nomi di punta del new-wave rock, quello che vede capofila Franz Ferdinand e Interpol. Ora questo “In this light and on this evening” sta spiazzando non poche persone.

Per fare una metafora brutale, un po’ semplificatoria, è come se la band di Tom Smith avesse mosso il proprio polo di riferimento dai Joy Division ai New Order e – in parte – ai Mode. Le canzoni del gruppo ora sono costruite più sulle tastiere vintage e su suoni electro, insomma, come dimostrano già gli accordi iniziali del disco.

Però tutto cambia per non cambiare: perché se guardate il mini set acustico che Rockol ha ripreso e pubblicato su MusicVideos, vi rendete conto di come “Papillon” e “You don’t know love” – due delle canzoni più belle e danzerecce del disco, sono nate allo stesso modo di sempre, e conservano la stessa scrittura forte e diretta che ha dato credibilità a questa band.

Confesso: gli Editors precedenti non mi hanno mai fatto impazzire, come buona parte di quel movimento. Ma “In this light and on this evening” è un gran disco, bello nel suo essere spiazzante. E’ l’album che i Killers non sono mai riusciti a fare, per intenderci, fondendo rock ed elettronica. Certo, la band americana è più leggera, più divertente, ha azzeccato grandi canzoni. Ma manca di quella profondità e durata sulla lunga distanza che invece questo album ha da vendere.

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