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"A Bruce Springsteen piace fare il Papa”

E "I Rolling Stones sono personaggi de Il signore degli anelli": l’autobiografia di Jan Wenner
"A Bruce Springsteen piace fare il Papa”
Credits: Rob DeMartin

Si intitola “Like a Rolling Stone”, come la canzone rock più importante di tutti i tempi, ma è anche un gioco di parole con la rivista che ha fondato, che ha venduto qualche anno fa. È l’autobiografia di Jann Wenner, in uscita oggi in America: uno di quei personaggi che in America definiscono “larger than life”, amico delle rockstar fino a diventare lui stesso una rockstar. 
E ne ha pure per i suoi amici: tanto che proprio di Dylan dice che “ti stringe la mano molle, come un pesce morto”. Salvo poi aggiungere che è un modo per stabilire la sua superiorità.

Bruce Springsteen come il Papa?

In una lunga intervista al New York Times, Wenner ha raccontato, con alcuni aneddoti notevoli. Il primo riguarda uno dei suoi amici più cari, Bruce Springsteen: talmente amico che si dice che, su suo ordine, a Rolling Stone fosse proibito usare l’espressione “The Boss”. E talmente amico che i due, questa sera a New York presenteranno il libro assieme, con un evento a pagamento (i biglietti per lo diretta streaming costano ben 60 dollari).

Wenner ha raccontato al NYTimes che ha più volte cercato di portare il salutista rocker sulla cattiva strada convertendolo a “champagne, Percocet, e biscotti alla Marijuana”: “Bruce, non è mai troppo tardi per rovinare la tua vita”, gli ha detto.

Ma l’aneddoto più gustoso è su come Bruce definisce l’atto di salutare i suoi fan: “To pope it”, ovvero “Fare il papa”:

Una volta stavamo guidando in macchina verso l'aeroporto e lui mi dice: guardami, adesso farò il Papa. Poi abbassa il finestrino e, mentre la folla passa, saluta come il papa.

"I Rolling Stones sono vecchi"

Altra leggenda vuole che il nome della rivista gli sia stato suggerito da Keith Richards: ma Mick Jagger è uno dei suoi migliori amici. I rapporti sono stati spesso tormentati: Wenner litigò con la band dopo che la rivista pubblicò un lungo reportage sul Festival di Altamont, dove gli Hell’s Angels - incaricati del servizio d’ordine - uccisero uno spettatore. Ma Wenner ha sostenuto a lungo anche la tormentata carriera solista di Jagger, tanto da aggiungere una stella (portandole a 5…) a “Goddess in the doorway”.

Oggi non è tenero con la band: Wenner dice di avere ha smesso di andare ai concerti degli Stones perché sono  "vecchi”: 

Ora devo usare un bastone per andare in giro e andare a vederli è come andare al Colosseo. È uno show interessante, ma l'ho visto 20 volte. Mick è un miracolo, ma ha un aspetto così vecchio. Sembrano personaggi usciti dal "Signore degli Anelli" o qualcosa del genere.

Rolling Stone, oggi

Wenner si vanta di non conoscere molti degli artisti contemporanei che vanno ora su Rolling Stone: “In copertina non ci sono più boomers e vecchi bianchi", commenta.

Wenner ha infatti dovuto vendere Rolling Stone a Jay Penske (figlio di un ex pilota di auto da corsa diventato imprenditore miliardario), che ha nominato Gus Wenner amministratore della rivista: suo figlio. Jann Wenner si è offerto come consulente, ma nulla: “Volevo essere lo zio o il nonno della rivista, invece mi hanno trattato da ex-moglie divorziata. (…) Quella che avrebbe dovuto essere un'entusiasmante riprogettazione e la traduzione di Rolling Stone da una rivista di notizie ad una di approfondimenti è risultata confusa e poco brillante".

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