Insistentemente Rettore, dai primi anni Settanta in avanti
Per fare gli auguri a Rettore (oggi è il giorno del suo compleanno), vi riproponiamo la nostra recensione della raccolta "Insistentemente Rettore" pubblicata nello scorso mese di marzo che corona un 2022 sin qui particolarmente soddisfacente per la cantante nata a Castelfranco Veneto, tornata a competere, lo scorso febbraio, al festival di Sanremo in coppia con Ditonellapiaga con la canzone "Chimica" e protagonista, insieme all'ex concorrente di 'Amici' Tancredi, con il recente singolo "Faccio da me".
La nostra memoria corta ci costringe, spesso e volentieri, a dimenticare. Il che alle volte è vantaggioso, cancelliamo dal ricordo cose che abbiamo ascoltato e non avremmo dovuto ascoltare. Altre volte è sbagliato, perché non ci consente di riascoltare, e quindi rimettere nella giusta luce, cose che non abbiamo ascoltato abbastanza.
Ora, è evidente che quando gli album più rilevanti di Rettore uscirono, tra il 1977 e il 1985, il sottoscritto e molti altri ascoltavano cose diverse, diciamo tra i Sex Pistols, i Talking Heads, Brian Eno, i Japan, i Cure, citando a caso tra gli stranieri, e Lucio Dalla, Battiato, De Gregori, gli Skiantos, citando altrettanto a caso tra gli italiani, e le canzoni di Rettore difficilmente riuscivano a trovare uno spazio. Ora il tempo è passato e questa antologia ci consente, a mente fredda e a cose fatte, di rileggere il lavoro di Donatella Rettore nella maniera migliore.
E di dire che, rispetto al pop italiano di quegli anni, la produzione della coppia Rego/Rettore (perché, come molti forse non sanno lei era autrice di tutti i suoi testi), aveva molti pregi. Innanzitutto proprio i testi, irregolari, creativi, in bilico tra ‘demenzialità’ e follia, critica sociale e puro divertimento, vistosa trasgressività e ricerca dell’effetto sorpresa. Poi la musica, creata da Rego e realizzata con molti musicisti di grande qualità, anche questa in bilico tra pop di consumo e le tensioni della new wave, dell’elettronica, ma tutt’altro che scontata o prevedibile.
Certo, nella stratosferica stagione che va dal 1977 al 1985, quella in cui la canzone d’autore italiana rasenta la perfezione creativa e al tempo stesso raggiunge il massimo della popolarità, Rettore aveva poche chances di affermarsi per le sue doti, doveva per forza di cose giocare nel campo del pop di consumo e restare dunque, come accadde anche ad Alberto Camerini, in un limbo dal quale uscire sarebbe stato in seguito difficile.
L’antologia in questione rende giustizia all’inventiva di Rettore, alla sua sottile follia, alla sua capacità di interpretare la new wave pop in maniera diversa da quella del mainstream italiano, alla sua capacità di rinnovamento nei suoni, nei testi, nell’immagine.
Canzoni come “Lamette”, “Kobra”, “Donatella”, “Carmela”, “Amore stella”, meritano maggior riguardo, insomma, sono esempi di pop che negli anni Ottanta erano davvero moderni, non provinciali, attenti a quello che stava accadendo nel pop internazionale e, nei testi soprattutto, lontanissimi dalle ovvietà nazionalpopolari. È una raccolta che merita di essere ascoltata, insomma, divertente e singolare quanto basta per rimettere nella giusta prospettiva anche il divertentissimo e ben costruito singolo sanremese, “Chimica”, portato in scena con la collaborazione della giovanissima Ditonellapiaga, che apre ottimamente l’intera selezione, 26 brani che rendono giustizia a una carriera per molti versi interessante.