Sanremo 2022, il diario musicale di Giovanni Truppi: la gara

Questa sera canto la mia canzone, "Tuo padre, mia madre, Lucia", al Festival. Sanremo è iniziato ieri: ho visto quasi tutta la serata in albergo, insieme ai miei collaboratori e ad altri addetti ai lavori. Mi immaginavo qualcosa di più goliardico, invece l'atmosfera era molto concentrata e seria, giustamente e comprensibilmente. Siamo rimasti un po' colpiti dalle voci nei mix, che erano sempre più in evidenza rispetto ad altre parti musicali.
Tra i brani che mi hanno colpito di più, considerato che sono comunque dei primi ascolti, c'è quello de La Rappresentante di Lista - che corrispondeva a ciò che mi immaginavo, ma mi ha sorpreso ugualmente perché non era esattamente come lo immaginavo. Mi è piaciuto il brano di Dargen D'Amico e quello di Masismo Ranieri. Mi sono piaciuti Blanco e Mahmood - che canta in un modo incredibile.
Oggi ci siamo svegliati abbastanza presto e stiamo lavorando da questa mattina, dividendoci fra interviste e altri impegni. Mi hanno detto che verso le cinque del pomeriggio sarò libero: da una parte mi fa piacere, perché mi riposo, dall'altra essendo libero ho più tempo per pensare. Stasera suono per secondo, quindi non dovrò attendere troppo. Per prepararmi all'esibizione, fisicalmente, sto cercando di dormire, di mangiare leggero, poco e spesso, di non fumare troppo, di non bere troppi caffé e di non prendere freddo - perché qui quando c'è il sole fa caldo ma all'ombra si sente che è febbraio. Mentalmente, invece, sto cercando di rimanere concentrato e accogliere le preoccupazioni e quell'ansia che a volte si fa sentire. Non posso fare finta che non ci sia un po' di ansia, ma allo stesso tempo cerco di ricordarmi che ho suonato tante volte davanti a un pubblico e che molte persone, più giovani e inesperte di me, si sono esibite su questo palco prima.