Sanremo 2021: Matilda, Arisa, Madame

Matilda De Angelis: sveglia, brillante, disinvolta dopo l'emozione iniziale (purtroppo malissimo servita dal testo dello sketch sul bacio, davvero fiacco), ha dato il meglio in sala stampa intorno a mezzogiorno di martedì, quando ha respinto seccamente il tentativo di una giornalista di riaffibbiarle il ruolo di paladina del "mostriamo l'acne senza vergogna": le ha spiegato che le sue battaglie, se ne ha voglia, le combatte per conto proprio via social, e che ieri era lì per fare spettacolo.
Arisa: un gesto così... beh, maleducato non ricordavo di averlo mai visto: la fanno scendere dalla scala, e mentre pensa di essere sul punto di cominciare a cantare la fermano per mandare la pubblicità. Sarebbe stato vergognoso nei confronti di chiunque; nei confronti di una donna è anche scortese (poi regalano loro i fiori...), nei confronti del primo cantante in gara è anche il segno che, purtroppo, "mettiamo la musica al centro" è solo una bella frase.
Madame: la campagna di beatificazione della giovane cantante procede speditamente, attraverso il metodo del "piace alla gente che piace" - e vabbé, sono sistemi che abbiamo visto applicare molte altre volte. Adesso però non esageriamo: non spetta a lei la primogenitura di aver cantato a Sanremo, da donna, una canzone d'amore per una donna (che poi non è così: leggete qui). L'aveva fatto, senza strombazzarlo e con molto garbo, Valeria Vaglio nel 2008 (Baudo regnante) con la sua "Ore ed ore", arrivando all'Ariston da SanremoLab.