Sulla copertina del disco de La Rappresentante di Lista c'è una vulva

La citazione è colta. L'opera riprende infatti il celebre dipinto "L'origine du monde" del pittore francese Gustave Courbet, che raffigurò un primo piano di una vulva femminile con riccioli lunghi e neri: "Però nel nostro caso si apre e dentro si intravede lo spazio. L'ha realizzata l'artista palermitana Manuela Di Pisa, con la quale lavoriamo da tempo. Ha ascoltato tutto il disco e ci ha proposto questa immagine", spiegano Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, duo fondatore de La Rappresentante di Lista. Insomma, la copertina del nuovo album del gruppo è una vulva-stargate: "Raffigura a pieno l'attitudine artistica della nostra band.
Rimanda all'erotismo, alla femminilità, alla voglia di provocare e di far riflettere. E allo spazio: la nostra è una musica che non conosce confini. Da qui l'espressione 'queer' pop. Un tempo 'queer' era sinonimo di 'finocchio', oggi rimanda alla fluidità".


Il disco si intitola "My mamma" e uscirà il 5 marzo, in concomitanza con la partecipazione de La Rappresentante di Lista al Festival di Sanremo 2021 con "Amare". Dietro il brano, oltre a quello di Lucchesi, Mangiaracina e Roberto Cammarata, al fianco del gruppo dagli esordi, c'è anche lo zampino di Dario "Dardust" Faini (è uno dei sei brani in gara quest'anno al Festival che portano la sua firma). Un inizio con le tastiere alla Coldplay e poi un ritornello liberatorio con una parte elettronica avvolgente: "Amare senza avere tanto, urlare dopo avere pianto", canta decisa Veronica Lucchesi, un timbro potente ed emozionante che non è una novità per chi conosce la band. "Il brano parla di condivisione, di rinascita, di reazione al pianto. E nel disco è centrale, nel senso che rappresenta proprio il momento di passaggio dall'ideale lato a all'ideale lato b".
"My mamma" arriva dopo "(per la) Via di casa" del 2014, "Bu Bu Sad" del 2015 e "Go Go Diva" del 2018 - e contiene tredici brani.
Lo pubblica la rinata Numero Uno di Battisti e Mogol, rilanciata da Sony. È stato anticipato dal singolo "Alieno": "È il nostro primo disco per major, ma non è cambiato nulla. Restiamo fedeli a quelli che siamo sempre stati. Se c'è qualcosa a cui non rinunceremo mai sono i tempi della ricerca. Del mainstream non ci piace la necessità di produrre sempre, spasmodicamente: hit e duetti, hit e duetti. Se non si ha niente da dire, è meglio il silenzio. Non riusciremo ad essere mai davvero mainstream. Ma sarà divertente scoprire se quello che facciamo noi diventerà popolare. Se nasci indipendente, non puoi morire mainstream".
Per la serata delle cover del Festival, quest'anno dedicata alla "canzone d'autore", non hanno scelto i soliti De André, Guccini, De Gregori o Vecchioni, ma "Splendido splendente" di Donatella Rettore, che grazie a La Rappresentante di Lista tornerà all'Ariston a distanza di ventisette anni dall'ultima partecipazione: "Non ci conosceva, ma ha accettato di accompagnarci. Ha ascoltato le nostre canzoni e guardato i nostri vecchi video. È una signora esplosiva, ancora sul pezzo: 'Dobbiamo andare a fare faville, dobbiamo buttare giù quel palco', ci dice. Per noi è un punto di riferimento: il suo lessico cambiò la musica pop italiana".
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