Il 2020 secondo Liam Gallagher: ‘Un anno un po’ Radiohead’

Il Time, sulla copertina del suo numero più recente, l’ha definito “il peggior anno di sempre”. Tina Turner, intervistata da Eve Ensler per il Guardian, ne ha parlato come dell’”anno del vederci chiaro”. In molti, prosaicamente, l’hanno già bollato come anno di merda. Il 2020, ormai prossimo alla conclusione, è stato definito in molti modi, quasi tutti negativi, ma mai come l’ha definito il già frontman degli Oasis Liam Gallagher nel corso di un’intervista concessa all’emittente radiofonica irlandese RTE 2FM. Parlando dei dodici mesi che hanno visto la pandemia sconvolgere le proprie vite, il cantante di Manchester non ha trovato parole migliori che definire il 2020 “un anno un po’ da Radiohead”.
La voce di “Supersonic” e “Wall of Glass” non è mai stato un fan dei colleghi oxfordiani guidati da Thom Yorke: appena due anni fa, nel 2018, l’ex Oasis bersagliò il gruppo di “Kid A” con una raffica di tweet, dei quali nel più sarcastico si chiedeva “ma come hanno fatto questi a diventare famosi ?”.
How the fuck did these teds get big
— Liam Gallagher (@liamgallagher) October 20, 2018
Sette anni prima, commentando la pubblicazione di “The King of Limbs”, l’ottava prova in studio sulla lunga distanza dei Radiohead, il minore dei fratelli Gallagher, nel corso di un’intervista alla testata online britannica The Quietus, osservò:
“Ho sentito quel cazzo di disco dei Radiohead, e mi sono detto: cosa? Mi piace pensare che quello che facciamo lo facciamo davvero bene. Ma scrivere una canzone su un albero del cazzo? Ma mollami, cazzo! Un albero vecchio di mille anni? Ma vaffanculo!”.