Fontaines D.C., un live streaming in realtà virtuale che cattura il cuore e lo sguardo

Sembra di poter camminare sopra il palco della O2 Academy Brixton, a pochi passi da tutti i componenti dei Fontaines D.C., protagonisti, ieri sera, di un live in streaming in realtà virtuale. È un gioco di sguardi e di emozioni, di luci e vibrazioni. Il concerto può essere visto da varie angolazioni grazie al sistema Vr che permette di “viaggiare con la vista” fra i vari componenti del gruppo, saltando con gli occhi da una parte all’altra dello stage con un semplice movimento del proprio tablet, dello Smartphone o tenendo premuti alcuni tasti sul pc.
Con il visore l’esperienza è ancora più immersiva. Tutto grazie a MelodyVR, che è stato lanciato nel 2018 con un semplice mandato: non sostituire l'esperienza della musica dal vivo, ma sfruttare la potenza della realtà virtuale per avvicinare le persone alla musica che amano. La piattaforma ha curato esibizioni interattive come Kesha, Post Malone, Lewis Capaldi, Cypress Hill, Blake Shelton, Mabel, Wiz Khalifa, Kelly Clarkson, The Chainsmokers e altri. Peccato che chi ha acquistato il biglietto per vedere il concerto (10 euro) non possa rivederlo un’altra volta, ma .la peculiarità tecnica rimane interessante e riuscita.
La band è disposta a pentagono, circondata da colonne luminose e schermi che contribuiscono, canzone dopo canzone, a inspessire l’atmosfera, proiettando video. Anche i fari, le luci e i cambi di colore giocano un ruolo determinante: durante “Television screens” il sound diventa più morbido e sognante, le luci soffuse, mentre quando parte “I don’t belong” compaiono immagini evocative del mare, un sentimento di libertà che si riverbera anche nella voce di Grian Chatten che in modo martellante ripete “non appartengo a nessuno”.
Segue “You said” e “On such spring”, che ha la solennità di una messa post punk. Il gruppo, nato a Dublino tre anni fa, passa da brani tratti dall’album di esordio “Dogrel” fino all’ultimo .“Hero’s death”, un gioiello per la rinascita di un certo filone del rock in questi anni. Con “Hurricane laughter” inizia la parte del live più veloce e potente, una tempesta di suoni, luci e colori che avvolge tutto lo stage. “Living In America” sembra un racconto distopico mentre “A Hero’s Death” è lava sonora che scorre, lenta e bruciante. Chatten, in più occasioni, è attraversato da una forza tranquilla, non perde mai il controllo. Spesso canta con gli occhi chiusi, ripete in modo compulsivo i testi, tratto caratterizzante della band irlandese, e sprigiona un’energia catartica in cui le parole sembrano liberate dalla gabbia di un significato piatto. Sulla sua stessa linea il chitarrista Carlos O'Connell, poco dietro spuntano Conor Curley alla chitarra e Conor Deegan al basso, mentre Tom Coll detta i tempi. Il concerto si chiude con “Boys in the Better Land” e “I Was not born” in cui le atmosfere poetiche del gruppo raggiungono l’apice. La musica dei Fontaines D.C. è profonda, ricercata, si muove fra i confini della tecnica e quelli del sentimento e, da qualunque angolazione la si osservi, con o senza realtà virtuale, regala emozioni.
Scaletta:
A lucid dream
Televised mind
Chequeless Reckless
Television Screens
Love Is The Main Thing
I Don't Belong
You Said
Oh Such A Spring
Hurricane Laughter
Living In America
Too Real
Sha Sha Sha
Big
Liberty Belle
A Hero’s Death
Boys in the Better Land
I Was not born