Il cantautorato psichedelico di Moci, in salsa italiana
Una buona dose di indie rock britannico di primi 90s (Slowdive e dintorni), una spolverata di cantautorato psichedelico americano contemporaneo (quello di scuola Mac DeMarco), atmosfere lo-fi in salsa ItPop (I Cani, Calcutta), testi che si ispirano al De Gregori più ermetico ("Quello dell'album con la pecora in copertina", precisa lui): la musica di Moci è un curioso mix. Più o meno un anno fa da queste parti lo avevamo definito la "next big thing" della scena romana, dopo aver ascoltato i singoli "Perso", "Fugazi" e "Freddo" e l'Ep pubblicato su SoundCloud la scorsa primavera, totalmente autoprodotto. Troppo enfatici? Forse. Però ora il cantautore romano si prepara a fare il salto: "Pensieri bellissimi", il nuovo singolo, uscito oggi, è la prima anticipazione del suo album d'esordio, che arriverà entro la fine dell'anno per la indie romana Sbaglio Dischi con distribuzione Carosello Records (l'etichetta che negli ultimi anni ha reso pop fenomeni indie come Levante, Coez e i Thegiornalisti). "Con questo bel casino è difficile fare previsioni su quando uscirà effettivamente. Se le cose andranno come previsto e la situazione migliorerà, potrebbe uscire per la fine dell'estate o subito dopo", fa sapere Moci, "l'album, comunque, è pronto. I pezzi ci sono e nel frattempo uscirà altro materiale, compreso un singolo estivo".

Pur scrivendo e cantando in italiano, è al rock britannico che Moci guarda per atmosfere e sonorità: "Sono cresciuto ascoltando i dischi dei Beatles. Amo tanto quelli dei primi album, da 'Please please me' a 'Rubber soul', quanto quelli del post-'Revolver', più sperimentali, sempre alla ricerca di soluzioni nuove e originali. E poi Nirvana, Oasis e cose più pazze tipo gli Slowdive, i My Bloody Valentine o più contemporanee come Mac DeMarco". Le sue radici, però, affondano nel cantautorato romano, sia di vecchia che di nuova generazione: "Nell'immaginario cerco di avvicinarmi molto a De Gregori, che per me è una fonte di ispirazione preziosa, un faro, ma anche a Calcutta e ai Cani". Il tutto condito con riferimenti al cinema splatter ("E poi cascherai, ti sfracellerai / il cervello sopra il mio marciapiede", canta nel ritornello di "Pensieri bellissimi"): "Uno dei fili conduttori che legano le canzoni del disco è la tematica della violenza, accompagnata però da melodie dolci. Come per dire: 'Muoriamo, ma io rimango appiccicato a te'. Mi piace l'idea di associare a un ritornello liberatorio, un po' nello stile di Vasco, un'immagine cruda, che faccia storcere il naso. Sono un fan di Tarantino e degli splatter, d'altronde", riflette Moci.

(Mattia Marzi)