A Perfect Circle - la recensione di "Eat The Elephant"

A Perfect Circle mancavano da quattordici anni, dai tempi dell’album di cover pacifista “eMOTIVe”. Anche il nuovo “Eat the elephant” cerca di raccontare questo tempo. Dice cose molto chiare su ipocrisia, potere, volontà, isolamento, corruzione. Le dice mischiando vari registri, con un’enfasi e con suoni d’altri tempi.
Ci sono sfide da superare che sembrano enormi, elefanti in una stanza che non sappiamo come affrontare e solitudini letali e desideri deleteri da abbandonare. Ci sono illusionisti da cui tenersi alla larga, uomini di potere arroganti, ossessioni al silicone. C’è una nuova beatitudine evangelica e non recita più “beati gli afflitti, perché saranno consolati”, ma “vaffanculo, sei da solo”. C’è l’ombra della morte sul quarto album di A Perfect Circle, ma c’è anche un finale incoraggiante...