Roger Waters - la recensione di "ROGER WATERS THE WALL"

Tra il 2010 e il 2013, Roger Waters ha replicato più di 200 volte lo spettacolo di “The wall” che i Pink Floyd presentarono al pubblico fra il 1980 e il 1981. Accompagnato da una band di undici elementi, compresi tre chitarristi, il cantante e bassista si è riappropriato dell’opera enfatizzando le parti più spettacolari, come racconta il triplo vinile dal vivo “Roger Waters The wall”.
Una tromba intona un breve canto funebre prima d’essere sovrastata via da un riff di chitarra brutale ed eccessivo, quasi parodistico. L’artista getta la maschera e ci avvisa: assisteremo allo spettacolo di un uomo in crisi, che ha superato il confine della follia, che racconta il suo lento e inesorabile processo di decadimento, le cause e gli effetti, un uomo che s’immagina come una star nazistoide a capo di squadracce rock e poi come imputato di un processo che ne metterà a nudo colpe e debolezze. Ci avverte, l’artista, che “The wall” non è uno spettacolo come gli altri, ma un caso unico di teatro rock.