Secondo quanto riportato dal sito statunitense TMZ, il rapper e attore americano Nelly è stato citato in giudizio per violenza sessuale e diffamazione.
Nelly era stato arrestato lo scorso 7 ottobre con l'accusa di violenza sessuale di secondo grado dopo che una donna aveva riferito alla polizia di essere stata violentata dal rapper statunitense sul suo tour bus in un parcheggio di Walmart fuori Seattle, a Washington. Poco dopo l’arresto, l'avvocato del rapper, Scott Rosenblum, ha rilasciato un comunicato dove dichiarava che Nelly era vittima di un'accusa del tutto inventata.
Qualche giorno fa la polizia di Auburn ha definitivamente chiuso il caso dopo che la presunta vittima si è rifiutata di collaborare con le forze dell’ordine e ha reso quindi impossibile spiccare nei confronti di Nelly qualsiasi capo d'accusa. La presunta vittima qualche giorno dopo il fermo di Nelly aveva chiesto tramite il suo legale rappresentate di fermare le indagini sul caso.
TMZ ora riferisce che la presunta vittima, Monique Greene, ha presentato una causa contro il rapper per violenza sessuale e diffamazione. Nella nuova accusa, la Green dichiara di aver abbandonato la causa penale perché sentiva di non poter "opporsi ad una celebrità e che il sistema giudiziario avrebbe fallito". Sempre secondo TMZ, Monique Greene ha dichiarato di aver lavorato come host al club di Seattle dove Nelly si era esibito lo scorso 6 ottobre 2017. Quella sera non era di turno e, dopo aver bevuto alcol, è andata via con Nelly ed il suo entourage. Nelly l'ha poi invitata ad unirsi a lui per un after-party e sono andati via in suv per dirigersi al tour bus dove si crede sia avvenuta la violenza. A quanto pare dopo l'aggressione le ha gettato una banconota da 100 dollari e l’ha lasciata andare via dicendo: “bye bye”.