Da riscoprire: la storia di "Street legal" di Bob Dylan

“Street legal” è uno strano oggetto.
Quando uscì, sul principio dell’estate del ’78, i giornalisti inglesi lo apprezzarono, quelli americani lo criticarono, entrò in classifica e negli anni seguenti fu dimenticato. Contiene un pezzo da greatest hits, molti brani strani per il suo autore e alcune canzoni minori, se paragonate ai grandi capolavori del passato. Merita però d’essere riascoltato e ampiamente rivalutato. Contiene l’essenza di Bob Dylan in sala di registrazione, la sua ricerca per approssimazione di un sound, trionfi ed errori compresi. Riflette il periodo turbolento attraversato dal musicista dopo il divorzio dalla moglie, cui aveva dedicato la canzone “Sara” e una dozzina d’anni prima il capolavoro “Sad eyed lady of the lowlands”. E fotografa il periodo di transizione fra i lavori del passato e il periodo cosiddetto religioso.
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Reduce dal tour documentato dal film “Renaldo e Clara”, e dalla pubblicazione di due grandi dischi come “Blood on the tracks” e “Desire”, nel 1978 Bob Dylan cambia di nuovo strada e rimette mano al suono.
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