Alice Cooper su Chris Cornell e Chester Bennington: 'Erano le ultime due persone che pensavo potessero togliersi la vita'

Lui li conosceva bene entrambi, e mai e poi mai si sarebbe sorpreso a pensare che potessero compiere quella scelta tanto tragica che - rispettivamente gli scorsi 18 maggio e 20 luglio - ha privato il mondo dei leader di Soundgarden e Linkin Park: intervistato dall'emittente radiofonica di Boston WAAF, Alice Cooper ha espresso tutta la sua sorpresa amarezza provocata dai gesti estremi di Chris Cornell e Chester Bennington.
"E' davvero bizzarro quello che è successo", ha spiegato il re dello shock rock: "Innanzitutto, Chris Cornell è stata una delle persone più positive che mi sia mai capitato di incontrare. Gli andava tutto bene, a qualsiasi livello. Lo stesso si può dire di Chester. Voglio dire: quei due ragazzi li conoscevo bene. Non si drogavano, non erano personaggi fuori controllo alla Keith Moon. Erano persone estremamente solide, le ultime che pensavo potessero suicidarsi. Proprio non ho idea di cosa gli sia successo".
Questo nonostante nei testi scritti da entrambi fossero disseminati passaggio piuttosto oscuri: "So che molte delle loro canzoni erano cupe, perché l'area musicale che frequentavano lo era, ma conoscendoli posso assicurarvi che loro non lo erano affatto".
"La gente crede che l'artista debba essere tormentato per forza", ha concluso Cooper: "Io non mi sono mai sentito tale. Ho combattuto le mie battaglie con droga e alcol e sono cambiato - sono diventato cristiano - prendendomi cura della mia vita. Non bevo un drink da 36 anni e non potrei essere più felice. Altri dicono di fare meditazione, o yoga, o roba del genere. Non lo so: nel mio caso, è bastato credere che ci sia qualcosa di più grande di me, e ha funzionato. Questo è tutto quello che posso dire. Bevevo una bottiglia di whisky al giorno, poi la mattina vomitavo sangue: ero pronto ad andarmene quando ho capito cos'era importante davvero".