Heavy metal pub – shots: Alice In Chains

Una pinta di passione, rock sanguigno, grunge e oscurità. Intensi, forse troppo per il loro stesso bene... ma di band dalla potenza espressiva pari agli Alice in Chains ne esce una ogni 100 anni, come si suol dire. Anime che vivono al 110% le loro passioni, non solo musicali. Persone che non si risparmiano, a costo di abbracciare abitudini e comportamenti che conducono solo verso il baratro. In una parola: intensi. Ecco come Layne Staley e Jerry Cantrell hanno parlato, in diverse occasioni, di sé, della loro musica e del loro punto di vista sulla vita.
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- Penso di potere arrivare dove voglio. Se solo sapessi dove andare...
[Layne Staley]
- Le droghe non sono la via per la verità. Non portano a una vita da favola, ma solo alla sofferenza.
[Layne Staley]
- Il significato che diamo alle nostre canzoni... è una cosa che muta di giorno in giorno... dipende dal momento in cui ci troviamo, nelle nostre vite e nella nostra carriera.
[Layne Staley]
- Sono sempre andato in cerca di quella vita perfetta in cui adagiarmi. Ho provato tutto, percorso tutti i sentieri per arrivarci. Ma non importava dove andassi, finivo per tornare a casa. E a casa io sono solo Layne, un tizio che ha interessi che trascendono la musica. La musica è la carriera che sono abbastanza fortunato da potere seguire facendomi pagare, ma in realtà i miei desideri e le mie passioni sono altri.
[Layne Staley]
- I un certo senso la nostra musica parla di cose orribili rendendole bellissime.
[Jerry Cantrell]
- Penso sempre che devo superarmi ogni volta. E credo di poter dire, in via confidenziale, che gli Alice in Chains lo hano fatto in ogni album. È una cosa che mi sorprende. Non me lo aspettavo, ma lo speravo.
[Jerry Cantrell]
- Non sono mai stato un buon solista; cerco di fare quello che serve. Sono più un chitarrista ritmico che suona gli assolo – o almeno ci prova.
[Jerry Cantrell]