Dargen D'Amico - la recensione di "Variazioni"

"Non ho le idee chiare e questo mi permette di curiosare tra le cose", spiega il rapper Dargen D'amico a Rockol, a proposito di "Variazioni", il suo ottavo album "Variazioni" un mix in cui il rap si fonde con la musica colta, grazie al pianoforte di Isabella Turso, dando vita ad un progetto originale, interamente prodotto da Tommaso Colliva.
"Sì, non credo di aver capito cosa voglio fare. Il rap ha insegnato alla musica che non esiste una regola e io ho seguito questo solco. Ma se non ti fermi al vestito delle mie canzoni, in realtà un percorso c'è. Un percorso iniziato in un negozio di dischi di via De Amicis a Milano, l'unico che ti permetteva di ascoltare i vinili. Ora con Spotify hai una vita media di due canzoni, poi si salta ad altro. Ho deposto i suoni tipici del rap e mi sono imbarcato in un'operazione che per me è colossale. Solitamente se voglio cambiare qualcosa in una traccia entro in studio e registro. Qui dovevo chiamare un quartetto d'archi anche solo per cambiare una frase. Non a caso ci ho messo molto più del solito a finire il disco. Ci abbiamo lavorato per oltre un anno. La filosofia è stata quella del 'ho scritto una cosa, mettiamoci al piano e vediamo che succede
E succede che ne è uscito un disco bellissimo, nelle musiche e in molti testi. La metrica in alcuni casi risulta quasi superflua, alcuni pezzi parlati funzionerebbero anche come un racconto in musica in stile Massimo Volume.