Simply Red al Forum di Assago: report del concerto / fotogallery

Il Forum è tutto allestito per una serata all’insegna dell’eleganza: il maxi schermo proietta l’immagine delle quinte vellutate del teatro, e anche la platea – formata interamente da file ordinate di sedie – sembra voler assecondare questo clima. Dopo i fatti agghiaccianti degli scorsi giorni, è arrivato il tempo di ricominciare, di tenere duro e di rilassarsi: con il loro spettacolo, il gruppo di Mick Hucknall ha ottenuto proprio questo effetto.

Il rosso è senza dubbio l’anima del gruppo: il pubblico attende il suo ingresso sul palco. La personalità accentratrice del front-man e leader viene confermata dalla proiezione di una lunga serie di foto, che raccontano la crescita e le evoluzioni di stile del ciuffo disordinato di capelli rossi, in cui i musicisti fanno solo capolino qua e là. La successione d’immagini si fa sempre più veloce fino al buio e al silenzio, infranto dalla chitarra acustica di Hucknall che intona gli accordi di “Holding back the years”. L’intero Forum sembra sciogliersi sulle note della storica hit, e il solo di tromba con sordina contribuisce a creare un sound suadente.
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La prima parte della scaletta è intrisa di un romanticismo d’altri tempi, tra “For your babies” accompagnata dagli arpeggi della chitarra di Kenji Suuki, e “You got it”, in cui la voce di Hucknall stupisce con i primi virtuosismi della serata. Cala il buio, e l’occhio di bue illumina dall’alto i capelli “semplicemente rossi” del cantante. Lui cammina lentamente sul palco, sfoggiando un italiano niente male: «Ho scritto questo pezzo con Joe Sample, un pianista davvero molto famoso», e con “Enough” si apre la seconda parte della serata, all’insegna di un morbido blue eyed soul. In un primo momento i fiati impreziosiscono il groove sensuale di “Never never love”, poi il clima vira sul genere reggae in “Night nurse” e, senza soluzione di continuità, viene subito eseguita l’altrettanto ritmata “Thrill me”.
Intanto la musica sembra aver sortito il suo potente effetto: il pubblico, dapprima seduto composto sulle sedie della platea, ha creato un piccolo parterre sotto il palco, ballando sulle note della cover di Barry White “It’s only love”. La formazione è compatta sulla scena, ed esegue “Fake” alla maniera delle big band: il suono è pieno e coinvolgente e il fare accattivante di Hucknall continua a riscuotere successo. I brani si susseguono rapidi tra il più recente arrangiamento lounge di “Sunrise” al ritorno al 1985 con “Money too tight (to mention)”. Il gruppo esce di corsa lasciando il pubblico caldo e perplesso. Ma non è ancora il momento dei saluti.

Vengono infatti eseguiti due bis. Nel primo rientro in scena i fiati catturano l’attenzione in “Shine on”, poi Hucknall fa rotolare una bella “R”, per incitare il pubblico sotto il ritmo latin di “Fairground”. Il secondo encore vede il celebre riff del sax di Ian Kirkhamal in “Something got me started”. Il concerto si chiude con la passionale cover di Harold Melvin & the Blue Notes “If you don’t know me by now”, intonata da tutto il pubblico, a dimostrazione che in fondo la classe, come lo stesso colore rosso, non passa mai di moda.
(Vittoria Polacci)
SETLIST:
Holding back the years
Say you love me
For your babies
You got it
Enough
Never never love
Night nurse
Thrill me
It’s only love
Fake
A new flame
Your mirror
Stars
The right thing
Come to my aid
Sunrise
Money too tight (to mention)
Shine on
Fairground
BIS
Something got me started
If you don’t know me by now